Il monumento ad Eleonora d’Arborea

- 115  - « Il piedestallo, non compresi i due gradini che lo girano attorno, raggiunge la bell’altez- za di metri quattro e cent. 76». «Esso è essenzialmente formato da due prismi a base ottagona a lati alternanti, di di- versa lunghezza, l’uno sull’altro, e di cui l’inferiore è molto più grande del superiore, che per mezzo di un plinto sostiene direttamente la statua. Ambi questi basamenti svi- luppano le loro leggiadre membrature con molta ricchezza di ben intesi dettagli. Due bassorilievi in bronzo, relativi alla vita dell’eroica donna, abbelliscono le due principali faccie del gran dado inferiore, mentre nel superiore vi corrispondono alcuni riquadri con entro trofei allegorici. Di fronte alle faccie più strette del maggior prisma si levano diagonalmente quattro pilastrini smussati negli angoli con base attica ed un grazioso capitello improntato allo stile delle decorazioni del tempo. Essi sono alquanto distanti dal nocciolo principale, nell’intento assai razionale di alleggerire l’intiera massa. È su questi pilastrini angolari che si appoggiano vagamente quattro leoni cogli scudi, o, come si suol dire, marzocchi. – L’ornamentazione di tutti i particolari è sobria e grandiosa allo stesso tempo; l’equilibrio fra le partiture orizzontali e verticali assai bene combinato, gli oggetti convenienti ad ottenere quel movimento che sorge dal giusto digradare dei piani. L’effetto dell’insieme poi, è grandioso, e armonizza colle linee della statua... Non esitiamo a dire, che fra le molte basi monumentali che in questi ultimi tempi si sono ideate, questa del Falcini ci pare una delle più belle. La ristrettezza delle somme di cui poteva disporre il Comitato inpedivano all’artista di pensare ad uno di quei piedestalli decorati di statue, qual’è quello, per esempio, del Demidoff a Firenze e l’altro di Cavour a Torino. Cionono- stante l’abile artista seppe adottare un partito conveniente, sviluppando con semplicità, non disgiunta da ricchezza in tutte le sue parti, ed ottenere uno di quelli effetti che dimo- strano la vera forza dell’arte consistere meglio nella buona scelta delle proporzioni, che nella profusione inconsiderata degli ornamenti... ». Mi unisco pienamente al Vivanet, e dico che il piedestallo della Statua di Eleonora è un’o- pera pregevole, e merita encomio, e per la bell’architettura e per la precisione del lavoro, e sovratutto poi per aver ritratto in quasi tutte le sue parti lo stile architettonico del secolo XIV - epoca in cui visse Eleonora d’Arborea. In quanto alla statua diremo, che nell’insieme è ben fatta. Forse ha qualche cosa di tozzo, ma in compenso è eseguita scrupolosamente, è ricca di panneggio (e forse anche trop- po!)ed armonizza molto bene col piedestallo. Eleonora è rappresentata in piedi; regge colla mano sinistra la famosa Carta de Logu, ed ha il braccio destro ripiegato in su, av- vertendo o forse minacciando i suoi sudditi, quasi per dire: - badate veh? io farò rigoro- samente osservare la mia carta, e sarò inesorabile! La statua però ha un difetto - un grosso difetto: non è Eleonora di Arborea, neppur per ombra! - Non gli abiti, non il tipo della faccia, non la pettinatura; insomma essa può rappresentare l’Italia in qualunque paese della nostra cara penisola; oppure, ve- duta da lontano, con quella corona da regina che sembra un aureola, e con quel dito che vi mostra il cielo, potete benissimo prenderla per una santa, vergine e martire. Un altro difetto nota il pubblico; ed è che i leoni sembrano quattro cagnolini. Gli archi- tetti difendono tecnicamente queste sproporzioni, affermando che i leoni formano parte ornamentale del piedestallo e non hanno niente da vedere colla statua; perché se si do- vesse tener conto di tali osservazioni si potrebbe pur dire che l’Eleonora rappresentata nel sottostante bassorilievo in bronzo è una marionetta, in rapporto colla statua.

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