Il monumento ad Eleonora d’Arborea
- 111 - Lungo tutto il corso, dell’arco trionfale alla piazza del monumento, si erano disposti trat- to tratto dei pali traversali adorni di stoffe a vario colore, da cui pendevano tre lampa- dari con globi smerigliati e bianchi che facevano un bell’effetto. Tutta la via sembrava un lungo salone decorato per una festa da ballo; e se invece delle stoffe (che sapevano un po’ troppo di Chiesa e di Novena) si fosse pensato di ornare i pali di frasche e di ghirlande lo spettacolo sarebbe riuscito veramente stupendo. Nullameno non lasciò nulla a desidera- re, e il Comitato può andar superbo della bella riuscita, e può ringraziare il vento, che in quella sera non uscì di casa. Indescrivibile la folla che girava per le vie illuminate e imbandierate, e quella che faceva ressa nella piazza per ascoltare le due bande musicali. La giornata del 22 si chiuse col ballo dato al Teatro S. Martino, che riuscì abbastanza soddisfacente, se non per tutti, almeno per la ventina di coppie che ballavano con tanto gusto, con molto sudore della fronte, ma senza urtoni e con tutta comodità. La musica soltanto lasciò qualche cosa a desiderare; essa non era all’altezza del trat- tenimento; ma che si ah da fare? – Qualche cosa vi è sempre da lamentare, e la maldicen- za del critico, come la polvere, penetra dappertutto. Sentendomi stanco me ne andai al Convento di Caldanzano, mi gettai sul letto, e mi lasciai vincere dal sonno, per poter poi godere con maggior comodo la seconda e terza giornata delle feste di cui vi parlerò domani. 206 II La mattina del giorno seguente, 23, era stata designata per un pubblico saggio e premia- zione dei bambini e bambine dell’Asilo infantile, nella Chiesa che trovasi nella piazza del Monumento; Chiesa adattata convenientemente per la circostanza. Per i teneri scolari si era improvvisato, con molto buon gusto, un ampio palco inclinato nella cappella centra- le, dove sedevano oltre un centinaio di piccoli alunni dai 4 ai 12 anni. L’istruzione in Oristano è bene impartita e dà ottimi risultati. Vi basti sapere, a conferma di queste mie parole, che sopra 7000 abitanti che compongono questa città, nell’anno decorso si contarono ben 1177 alunni, di cui 150 appartenevano al Ginnasio, e 1027 agli asili, scuole elementari, serali e festive. L’istruzione e l’educazione di questi asili infantili vennero affidate a due suore di carità, le quali in brevissimo tempo hanno saputo operare veri miracoli. E ciò che più sorprende è che l’istruzione data da queste maestre ai teneri allievi è molto liberale, com’ebbi campo di convincermene assistendo ai diversi saggi dati dai bambini e dalle bambine in quella festa solenne. Essi diedero prova di sapere, e di molto progresso nello studio, con esercizi di ogni genere: un po’ di ginnastica; declamazioni; canti; dialoghi; scenette istruttive sulla geografia, storia, morale, ecc. insomma fecero tante e tante di quelle belle cose, che finirono per esser troppe. Assistevano a questo saggio quasi tutte le autorità e rappresentanze, e moltissime signore erano concorse per rendere più geniale il trattenimento. Si cantò quindi, da una Suora e da altre tre signorine, un pezzo di musica sacra del Rossini – la qual musica lasciò molto a desiderare per intonazione. Il pezzo era troppo difficile essendo concertato per quattro diverse parti, e per di più mi sembrò molto im- maturo di prove; non so comprendere come nessuno abbia sconsigliato quelle allieve dal cantarlo. 206 Cfr. Gazzettino Sardo , a. I, n. 49 del 28 maggio 1881.
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