Autunno fredda è la tua voce
97 Un nulla che pensa il pensiero sconnesso dell’attimo. E i suoni non sono più suoni, le luci non sono più luci. Il tempo è un gigante senza volto. Ciechi, sordi, paralitici, malati di tutti i mali io porto con me le vostre sciagure. Io sono la fonte la radice l’essenza del dolore. Sono sazio di luce sono ebbro di tenebra. Tenebra senza fine tu che avvolgi le ossa nei sepolcri, tenebra senza principio tu che fasci gli occhi dei veggenti scendi nella mia carne. Avviluppami. Tienimi. Tenebra della pace e dell’oblio. Immergimi nel tuo gorgo. Precipitami nel tuo abisso. Che io possa palparti, assaporarti. Che io ti goda come l’amante famelico gode il corpo che ama. Che io ti possieda con la carne come tu mi possiedi col nulla. Versa sul mio pensiero la tua rugiada di poesia. Sono solo.
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