Autunno fredda è la tua voce
91 LVI Ho reciso i fiori della palma, corimbi d’avorio che sanno di miele, coralli pallidi tra onde verdi flessuose e tenaci e gorghi d’aculei. Nel meriggio l’asfalto è argento brunito tra opulente cortine di fiori, morbidi castoni d’oro, smalti azzurri o verdi, sangue di rosolacci e grido dell’allodola nell’implacato anelito del sole. Abbarbicato ai tiepidi basalti del nuraghe guardo il mare di spighe che sposa il Mediterraneo. LVII I gabbiani costellano gli argini neri delle risaie. Dormono le lagune sotto il sole. Nembi di moscerini famelici e polvere. Polvere dentro la vettura rossa che arranca sferragliando verso le colline di basalto. Mare senza vele cielo senza ali. Le cipolle nella terra nera sono globi d’agata e d’opale. Filaridi di viti assetate. Fichi morbidi e caldi sotto le foglie. Un branco di maiali
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