Autunno fredda è la tua voce

84 Un volto umano, mille volti sullo stesso letto. E quando passa la morte l’occhio dell’infermiere è quello dello sconosciuto incontrato per le vie di città sconosciute. Grandi occhi di bimbi prigionieri in piccoli letti, bianche gabbie alla nostalgia dell’andare. Grandi occhi di silenzioso dolore. Pianti sommessi balocchi abbandonati carezze prodigate da mani estranee accettate con rassegnata mestizia. Palestra degli spastici dove ogni forma umana è deforme, dove ogni andare è sbilenco ogni moto è attesa di conquista. Cronicari dove la morte è invocata. Lì si aggirano indifferenti precisi pratici esperti, i servi dei morbi uomini e donne che non condividono il dolore e nel malato non vedono altro che un numero. Varcata la soglia della clinica i giorni sono uguali.

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