Autunno fredda è la tua voce

73 dietro l’ampia collina del seno. Il seno sconfinato, attorno al quale io vagheggiavo il viaggio di una pulce. Lo splendore giallino del topazio suggellava lo scollo della veste fermando gli occhi indiscreti. La tua parlata chiara, la tua voce di soprano drammatico, il tuo tono d’imperio, l’orgoglio di sentirti Piemontese relegata in un’isola di pietra tra zotici e borghesi ti faceva ai miei occhi di bambino un’ Himalaya. Forse sei stata bella quando le stecche del busto fasciavano la tua vita di vespa. «Signorina Peppina…» «Giuseppina!» Obiettavi. «Mio padre era patriota ebbe tre figlie: le chiamò Italia, Anita, Giuseppina». (Casa, dicembre 1971) [s.n.] Chinate le fronde ulivi perché io veda sul mare la vela del vascello dei sogni. Grande stella del mattino, che sorridi all’uomo addormentato, gonfia l’ala rugiadosa del mio vascello. E lascia nel cavo della mia mano una goccia gelida del pianto dell’alba. (Casa, dicembre 1971) 83 I nespoli fioriti fan primavera il mese di dicembre. L’erba nuova è soffice

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