Autunno fredda è la tua voce

65 71 Cammino lungo sentieri intrisi di pioggia e nel silenzio mi ascolto. Piango l’estate della mia terra che dorme un breve sonno sulla soglia dell’autunno. Ma un giglio è sbocciato sulla sabbia scarlatto come il sangue della lepre. E vive trionfale e solitario nel crepuscolo delle stagioni. O tu che passi non cogliere il giglio solitario se non hai forbici d’oro. (settembre 70) 72 Ascolto il galoppo delle stagioni sul selciato del tempo. Fioriscono asfodeli e rosmarino. Ma il maestrale ha squassato la palma. Io ti amo voce che trascorri su criniere d’argento e sai di conchiglie di stelle e di d’ippocampi. Accendi il lume, a notte, sotto il loggiato nella casa tra gli ulivi e dal cipresso voleranno a te passeri e pettirossi. Prendine uno. Tu serri nella mano un cuore vivo. Ma non cercare nei cieli bui le stelle. Ad altri mondi sorridono le Pleiadi nascoste. (Vigna, marzo 1971)

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