Autunno fredda è la tua voce
63 del meriggio 31 col volo di un gabbiano solitario. La bellezza è morta. Il ricordo, come il fiore del mirto, è amaro e conturbante. Io ti vedo affondare i denti belluini nella polpa succosa della pesca e ne aspiro il profumo lungo il mare piangendo la tua bellezza morta. (luglio 1970) 68 Tra cielo e mare sei sospesa. Estate, fatta di polvere di siepi di polpa di frutti maturi. Vivi nelle conchiglie azzurre dormi su letti di corallo sotto baldacchini di cristallo e d’alghe che sfrangiano nelle correnti. L’alba ti desta sulla sabbia di baie verdi e avvicenda colori all’anima tremula delle stelle. Io sono prigioniero del cielo come una rondine sotto le bianche volte d’una chiesa solitaria. Da una torre campanaria guardo i tetti e tocco il bronzo caldo delle campane. Un gatto 32 cammina lento sui tegoli fino all’ombra esile d’un comignolo. Raccolgo l’anima nel cavo delle mani e la getto sui tetti nella pianura del sole verso la foce del fiume verde
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