Autunno fredda è la tua voce
53 al più recente incontro nella cella «del cenobita laico» t’ho portato in me. E dovrei chiederti perdono se t’amo? [s.d.] 50 Se potessi strapparmi dal cuore la mia terra e i tramonti lunghi, le notti e le stagioni non toccherei le sbarre della mia prigione di luce e di salsedine. Vorrei il cuore della rondine per ritornare a te, fatta più bella. Vorrei l’ala che saetta nel mare dalla inconfondibile voce, quella della mia infanzia e di tutta la vita che di una sola cosa ha gioito: di questo mare e questa terra che porto nel sangue come un filtro d’amore. [s.d.] 51 Che nessuno mi chiami, questa notte. Vado per le vie deserte quando tutte le luci sono spente. Nuoto in questo mare di luna che è più grato del mare nell’afa d’agosto, più dolce della carezza rovente della sabbia nel meriggio. Non so dove vado. Non cerco nessuno.
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