Autunno fredda è la tua voce
51 48 Ho veduto un cimitero a traverso i ferri del cancello. I morti dormono stretti sotto le croci nere e la coltre d’erba. I muri son tutto una lapide la povera anagrafe di un paese ai confini del mondo sospeso sopra l’ardesia di un lago triste cinto di petraie. È un paese che non ha nome nella mia mente perché si è celato sotto un cumulo di ossa umane nella piccola stanza del cimitero, tra croci spezzate frammenti di casse brandelli di stoffe lunghi capelli ammuffiti e lucertole verdi. Disperazione di destarmi all’alba nella soglia di quella stanza, dopo una notte passata tra i morti baciandoli sui volti sconosciuti. Un albero di limone si stagliava nel cielo con tutte le foglie di lacca. I frutti maturi cadevano nell’erba alta e sparivano con un tonfo nel petto dei morti. Nel silenzio lo strepito di un pollaio, come nell’infanzia, mi desta la gioia della vita
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