Autunno fredda è la tua voce

42 di fuoco. Maledicono e cantano ridono e bevono a tutte le sorgenti della vita. Io vi chiamo. Arcangeli del Male. Cherubini dalle fosche chiome. Io vi chiamo quando sento il singhiozzo d’un bambino quando le donne piangono in silenzio. Vi chiamo perché Dio non mi risponde. Gli altari non hanno più ceri. Non hanno argenti e lumi. Non hanno incensi. I fiori non hanno perso tutte le corolle. E voi ringhiate avvoltolando i velli, davanti alle transenne occhieggiate dai vostri secolari fratelli. Vi dondolate in lampade d’argento dove la fiamma vacilla. Già spenta. Perché l’olio è consunto. Perché pende la mitria polverosa sopra il capo del vecchio Archimandrita addormentato. [s.d.] 37 Aprile, sonnacchioso su campi d’oro di broccolo selvatico, morbido come l’ala della civetta stordita dalla luce del crepuscolo. Nel respiro del mattino è l’orgia dell’erba pingue. Mattino d’aprile tiepido come il fiato delle manze nel recinto rugiadoso di tele di ragno, quando gli uccelli tornano ai nidi già sazi. Terra mia. Terra di tutti.

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