Autunno fredda è la tua voce

41 Giuocavamo a nasconderci. Tu mi chiami. Io ti invoco. Tu mi cerchi. Io ti cerco. T’avvicino. Mi sfuggi. Tu mi parli, bambino, e ti nascondi dietro il muro di nebbia di novembre. Ho portato i balocchi. Il tuo cappotto. Il tuo cappotto vuoto. Il tuo berretto, freddo senza il tepore dei capelli sottili come questo sogno. Fino a quando la nebbia di novembre sarà un muro tra noi? Ho portato i balocchi. Le tue scarpe vuote per i tuoi piedi scalzi. Perché non piangi più? Perché nel sogno ad occhi aperti tu non mi ritorni dietro il muro di nebbia di novembre? [s.d.] 36 Le raffiche di grandine sono simili alla mia collera. L’ombra si adagia sullo stagno del mio cuore. La bufera scende con le nuvole cavalcate da demoni che figgono gli artigli nel ventre molle di pioggia delle grandi giumente del cielo. Il tuono è l’eco di sghignazzate che rompono dalle chiostre sannite temprate a mordere i ghiacci dei cieli e le lave dei vulcani. I reprobi guazzano sotto lo scroscio delle acque che scendono dalle rocce. Hanno anime d’acqua d’aria

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