Autunno fredda è la tua voce

37 la nenia verde delle dee del mare. Poi venne il giorno del silenzio. Il vescovo fuggì sopra la mula bianca lungo il cobalto degli stagni. Il Giudice partì dentro il suo cocchio cigolante nei sassi. E con un nero 16 crepitio delle ali volaron nembi di uccelli palustri. Passò la morte con la lunga stola color di zafferano. E poi venne la sabbia greve sopra le tombe come l’onda dei miei pensieri. (Oristano 12 ottobre 1964) 29 Ho vegliato stanotte sulla soglia della mia casa. Ho aspettato la pioggia. Lo scirocco pasceva le giovenche nere del cielo. Scherzava con le fronde del mirto in fiore. Tutta la terra era sete come le mie fauci come i rami e le foglie come i sassi e i calici dei fiori. Io aspettavo la pioggia come l’amante al convegno quando sul cuore pesa come sasso ogni attimo che passa, ogni respiro. Dai monti discendeva sulla piana col mormorio delle fronde il nitrito freddo d’un cavallo. I lampi corruscavano scoprendo laghi verdi e montagne d’alabastro. Tendevo le mani alle gocce calde sulle mie mani calde. Poi fu il diluvio. Un attimo grondante tutta l’acqua del cielo. Passò. Come si spegne il pianto di un bambino

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