Autunno fredda è la tua voce

34 e tutto fiamma. Questa è la terra dove ride il frutto di limoni e d’aranci fecondati dal sole dell’estate che ti sembrava non avesse fine. È breve e triste questo nostro inverno che si fa bianco per un solo giorno, una mattina come una stagione. Quando il mare trattiene il suo respiro sulle scogliere fulve come l’oro. I pettirossi e i passeri affamati s’accostano saltando tra le rame ai bambini che giuocano stupiti nell’incantato mondo di silenzio dove i passi non fanno più rumore, dove la vita fiotta dalla bocca in un tepore morbido di fumo. (genn. 64) [s.n.] 9 Vecchia città 10 la tua coltre di sabbia è come il cumulo dei miei pensieri tu mi ritorni al sole dopo il silenzio della tua caduta, dopo i salmi dei monaci sul mare. Quando il maestrale ti rodeva tutta respiravano solo le tue tombe accogliendo la sabbia sopra il sonno dei morti, come in un sudario. La sabbia t’ha coperto, t’ha avvolto con l’ala degli smerghi con la zampa delle lepri col caldo della tana del coniglio con la bava del mare con lo scroscio dei secoli e il silenzio dei tuoi lentischi con gli asfodeli della morte sopra il tuo cuore di città già morta, col fremito del mirto e la canzone

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