Autunno fredda è la tua voce
32 il latrato d’un cane verso la luna nascosta. (genn. 63) 25 Il mio sogno era quello di una notte 6 senza fine, senza alba, senza cieli. Un sogno di tachite rossa sotto le capriate di ginepro. Il Vescovo sedeva sulla cattedra sotto il piviale d’amaranto e d’oro. Bianca la mitria e il pastorale nero sotto le capriate di ginepro. L’alto Arciprete in ermellino e viola Leggeva le pagine ridenti dell’Antifona a lume di candela. Salmodiavano diaconi 7 decrepiti con voci rauche nella nave rossa. Il vescovo si mosse. Andò verso l’altare senza lumi sotto le capriate di ginepro. La mitria gli cadeva sulle occhiaie e il pastorale gli tremava nero fra le ossa grigie della grigia mano. L’ametista splendeva sopra l’osso. I preti erano d’ossa. Solo ossa. Sotto capriate di ginepro. (genn. 63) 26 Alba del lunedì troppo rapida e luminosa in questo autunno così mite, così fratello dell’estate. Tu getti nel cuore dell’uomo il tuo pugno di spine. Quanto amaro il tuo respiro, quanto incalzanti le idee come cavalli al galoppo in uno col tumulto del cuore dell’uomo a pena desto.
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