Autunno fredda è la tua voce
111 Mangeranno assiem[sic] lo strame. E il lupo e il vitellino scenderanno alla fontana. A Natale, in quel castello, tutto fu lindo e preciso: grande cena e candelieri scintillanti di cristalli, mensa lunga, austera e ricca di tovaglie, argenti e fiori, maggiordomo inaridito, grande fuoco nel camino, grande gelo dentro il cuore. Gesù scese, non veduto, nella sala del castello (quando a letto il castellano già dormiva sotto coltre di castoro e ghibellino) e posò la calda mano sulla spalla alla bambina. Ah, la mano… dalla stimata sanguigna profumata d’ambra e mirra. Poi con voce di dolcezza: Dormi? chiese, dormi già, bella bambina? Tutto il gelo e la tristezza si dissolsero d’un tratto. Camminava, la bambina, con la mano nella mano di Gesù, lungo sentieri tra la “messe alta” dei fiori profumati e ondeggianti alla brezza della sera. A Renata non pareva di vagar sopra la terra. Tra due immensi arcobaleni camminava alta nel cielo con la mano nella mano
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