Autunno fredda è la tua voce
107 NATALE Vorrei che questa notte, la più lunga dell’anno, mi lasciasse dormire un sonno senza sogni e l’alba mi dicesse di restare, ad occhi chiusi in tiepido torpore, fin quando l’Oriente e una lama infocata e gli alberi lucenti di rugiada lasciano cadere le gemme sulla Terra e gli uccelli sussurrano il canto del mattino. Questa sera vedrò calare il sole dietro i banchi di nubi d’Occidente e la soffusa chiarità del cielo getterà un trepidare di luce nel tenebroso lago del mio cuore. Un bagliore, un afflato d’infinito dove l’anima smarrita si conforta ritrovando i volti più noti e più cari per ripetere ancora: Non mi lasciate. No. Non mi lasciate solo. Peppetto, Natale 1987 - 21 Dicembre Era nato come tutti i bambini della terra straziando il seno della madre piangendo per essere nato. Lo posero nudo nella greppia fra steli d’oro di paglia sotto il fiato caldo del bovino e il respiro dell’asino. Ma sui monti di Giuda tra pastori trascorse il cielo un astro d’oro intanto. E si fermò.
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