Sa Pippia de Maju
- 97 - - 96 - fa bello o sei a marzo, hai tutto il tempo per trovarle; ci sono le condizioni climatiche che ti permettono di trovare le mammole e c’è l’anno che ce ne sono poche e niente, perché sai che abbiamo avuto la Sartiglia il 5 di febbraio il 3 anche, il 7, l’8, quindi con anni magari particolarmente freddi, quindi devi trovare questo numero importante di mammole. E allora noi cosa abbiamo fatto? Il primo anno che abbiamo iniziato a cercarle, ci siamo spostati da Oristano, perché a Oristano in effetti non si trovavano facilmente e quindi abbiamo sondato il circondario: sia Silì, Donigala, Nurachi, Riola, insomma...un po’ i paesi nel circondario e così trovavamo le mammole, però cosa è successo? La gente alla quale chiedevamo le mammole, con il tempo hanno considerato questa nostra richiesta, una tradizione! E un grandissimo onore poter dare le mammole po’ su Componidori, quindi praticamente a noi la gente ci aspettava! E tra l’altro capitava che noi da un anno all’altro in qualche casa non andavamo perché ti dimenticavi o non facevi in tempo, l’anno successivo magari tornavi, ti facevano un cazziatone! «ma l’anno scorso non siete venuti! Ma cosa abbiamo fatto? Siete offesi con noi?» e noi: «ma figurati!». Comunque la cosa fantastica, è che noi andavamo in giro per i paesi, entravamo in casa delle persone che ci aspettavano e che spesso le mammole erano già raccolte oppure ci aiutavano a raccoglierle oppure un’altra cosa simpaticissima che poi noi abbiamo cavalcato erano i bisticci familiari tra marito e moglie perché arrivavi: «buongiorno signora siamo venuti a prendere...» «eh purtroppo mi dispiace quest’anno non sono molte, però sa perché non sono molte? Perché a mio marito gliel’ho detto: du deppisi marrai!» 82 e quindi noi cominciavamo a dare corda alla moglie, allora uno difendeva, in automatico...ma giusto per ridere e divertirci, allora uno difendeva la moglie e l’altro il marito quindi […] entravamo in questa farsa ed era una risata unica! e c’era l’invito...c’era la Vernaccia, che poi la Vernaccia non era mai una, erano due tre, due o tre dolcetti «assaggiate questo, assaggiate quest’altro»...sta di fatto che noi facevamo il giro dei paesi alla fine eravamo groggi, ubriachi né più né meno, perché finivi per fare festa! E allora a un certo punto abbiamo pensato: «però, noi stiamo sbagliando, perché andiamo in queste case, non abbiamo fatto colazione, non abbiamo mangiato, è chiaro che bevi una vernaccia, bevi un’altra cosa e ti ubriachi subito! allora prima di partire facciamo la colazione!» benissimo, allora così abbiamo fatto. C’erano quei 2, 3, 4, che andavano a cercare le mammole, avevamo una casetta in campagna, piccolina, una stanza con un camino dentro, allora dice: «da quest’anno ci incontriamo alle 8:00, 8:30 da te facciamo colazione e poi partiamo» - «ah si, si facciamo così» quindi arrivavamo li, facevamo il fuoco, e poi si cominciava ad arrostire salsiccia e formaggio e cose del genere, a parte che quando arrivavi c’era freddo, quindi un’acqua vite, poi cominciavi....quindi partivi da qui che eri già mezzo ubriaco ahahah! E così si andava avanti e giravi poi tutti questi paesi a raccogliere le mammole. Gli ultimi anni ti dico la verità mammole non ne raccoglievamo, andavamo a trovare questa 82 Trad. Lett.: Lo devi zappare! gente, ci bevevamo qualcosa, portavamo una rosetta 83 perché magari ci chiedevano […] e quindi si era instaurato questo rapporto con questa gente che aveva un grandissimo piacere di offrire le mammole per fare sa Pippia de Maju. La realtà è che poi invece le mogli, che per fortuna ci sono loro che sono molto più serie di noi, si erano organizzate, c’erano 3 o 4 posti dove raccogliere le mammole, e raccoglievano le mammole! Poi la sera, la notte si faceva la cena, e dopo cena o prima di cena si faceva sa Pippia de Maju. I mazzettini e tutte queste cose qui, sono tutte novità portate da Gianni, dal fioraio, dall’alto della sua esperienza dice «scusate un attimo facciamo una cosa, facciamo dei mazzettini da 10/ 20, gli mettete un po’ di cotone intorno, li inumidiamo e poi li uniamo insieme e anche la realizzazione della palla per me è molto più facile» poi lui faceva composizioni, faceva tutte queste cose, quindi per lui era molto più facile realizzare. Prima si mettevano tutte insieme! Nei primi anni noi abbiamo preso le mammole una dietro l’altra e si mettevano tutte insieme, poi ripeto lui, fioraio quindi aveva l’esperienza; anche la pellicola trasparente adesso si mette, perché poi dopo aver messo il cotone inumidito, poi stringendo [con la fettuccia verde ndr] ti inumidiva la parte verde, vedevi le due parti [quelle delle sommità con le mammole ndr] più scure e la parte centrale verde chiaro, er brutta, e poi comunque anche la pellicola contiene l’umidità e sa Pippia de Maju rimane più u ida e il giorno a fine serata sa Pippia de Maju è ancora integra” 83 Le rosette sono coccarde di stoffa colorata, confezionate da donne e ragazze che si dedicano con creatività a questa pratica, con le quali vengono addobbati i finimenti dei cavalli che partecipano alla Sartiglia . Anche queste costituiscono un simbolo della Giostra e vengono collezionate dagli appas- sionati e accolte con molto piacere da chi le riceve in dono.
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