Sa Pippia de Maju
- 93 - - 92 - II.5 Le testimonianze Di seguito vengono riportate le testimonianze degli informatori che si sono occupati e si occupano, della costruzione di questo emblema vegetale: si è preferito trascriverle integralmente sia per poter far parlare direttamente gli attori sociali della pratica, sia per trasmettere alla comunità oristanese e al singolo lettore, documenti ritenuti fondamentali per tramandare queste conoscenze. Il Sig. Gianni Sabattini (1952) si è occupato di costruire sa Pippia de Maju da circa il 1977 fino ai primi anni 2000, testimonia: “Ho im arato da lui [si riferisce a N.P. ndr] , e lui parlava delle mammole già riferendosi a diverse generazioni precedenti avendo acquisito le notizie per passaparola, la prima che io ho fatto con lui forse nel ‘77 per L.C. , si ‘77 con lui, e quindi era lui che dettava le regole e il ritmo [...] c’è stato anche l’utilizzo di alcuni nuovi materiali per rendere sa pippia più durevole, ma la tecnica è sempre rimasta più o meno la stessa, quella costruttiva, saranno intervenute nel tempo come per tutte le cose, delle variazioni ne sono certo! le fotografie ci riportano Pippias de Maju o lunghissime, o tozze con dei manici molto grossi piuttosto che molto sottili, oggi si arriva ad una forma e a una manifattura in qualche maniera sperimentata nella tecnica, ma perché più avanti non si dovrebbe andare.... si inizia a parlare di qualcosa di troppo artificiale, rispetto all’utilizzo delle mammole, certamente a memoria d’uomo erano le mammole, è possibile che, in mancanza delle stesse…. è capitato, (sarebbe capitato se non ci fossero gli aerei che trasportano i fiori!) dal ‘77 in poi, che un Carnevale piuttosto giovanemagari il 3 di febbraio com’è successo, con una grandinata del giorno prima, a volte il giorno, in cui si colgono le mammole, il giorno precedente la Sartiglia stessa, abbia impedito che si facesse con le mammole, ma non credo che prima si facesse solo con la pervinca o quanto meno, non mi è pervenuta notizia in questo senso, da parte di chi mi ha concesso la pratica, [...] io ho visto, mi riferisco a N. perché [...] l’esperienza mi viene assolutamente da lui e prima di allora, avevo visto sa Pippia de Maju ma non mi ero mai avvicinato alla costruzione, e quindi, già lo stesso manifattore andava a raccogliere il sabato, (perché noi ci riferiamo a sa Pippia de Maju della domenica e quindi di San Giovanni, e parliamo di agricoltori di messajus), N. si recava in campagna a raccogliere le pervinche, che cercava i fusti di pervinche naturalmente, li cercava dritti e piuttosto malleabili, non legnosi e poi spiegheremo perché; sceglieva, recideva e raccoglieva le pervinche e le signore, piuttosto che le ragazze o comunque vicini al Gremio, e gli stessi Oberaius raccoglievano le mammole la mattina per una questione di freschezza naturalmente, la mattina del sabato della giornata precedente la Sartiglia, e la notte la sera, si procedeva alla costruzione de sa pippia appunto fasciando, portando ad uno spessore non superiore alla stretta di mano media o comunque de su Componidori, chi la faceva già conosceva, perché praticamente erano lo stesso Oberaiu e il suo compagno, Oberaiu Sartiglia 1911. Il Componidori del Gremio dei Falegnami, Efisio Carta (noto Pilloni Dorau ), terminata la Vestizione, benedice i presenti davanti la casa del Majorale en Cabo
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