Sa Pippia de Maju

- 91  - -  90  - Oggi, su Componidori e i suoi compagni di pariglia partecipano come ospiti d’onore, dando ancora più enfasi al ruolo centrale che ricopriranno il giorno successivo. É anche vero però che in qualche modo, sono presenti sempre più estranei e che la maggior parte di questi, partecipano esclusivamente per poter mangiare e bere in compagnia o per affermare: « io c’ero!» . Cosa non tanto gradita ai Gremi che invece aprono le porte di casa propria con affetto a chi chiede di partecipare con rispetto, senza invadenza. In passato la preparazione de sa Pippia de Maju non veniva sentita come una vera e propria festa alla quale partecipare collettivamente, si costruiva presso la casa del Presidente con pochissimi presenti, oppure tra le mura dell’abitazione di chi era in grado di prepararla, talvolta la mattina stessa della Sartiglia senza tante cerimonie. “Noi eravamo in sei in quattro, in pochi e soprattutto non volev mo, non ci interessava che ci fosse gente a vedere, anche perché […] la gente che viene a vedere sa Pippia de Maju non gliene frega niente, quindi ben venga tutta la gente che ha piacere di vedere come la faccio, ma non ho voglia di stare a fare lo zimbello, a dare da mangiare a gente che non gliene frega niente!” 79 Presumibilmente, la cura minuziosa che oggi gli viene dedicata, pare sia legata a una trasformazione culturale che ha attribuito a questo oggetto un’importanza estetica tale, da dover essere costruita con l’attenzione scrupolosa per il minimo dettaglio, in modo che si mantenga intatta e possa essere conservata quasi come una reliquia al termine della Giostra. “Anoi ci hannocercatoproprioper costruirla inmodochenon si distruggesse! Prima si disfaceva, era brutto da vedere” 80 S a Pippia de Maju infatti oggi viene regalata dal Presidente al Capocorsa che la con- serva gelosamente in casa, talvolta esponendola in una teca come ricordo della sua impresa. 81 Che in passato tale oggetto non fosse così accuratamente preparato lo attestano diverse testimonianze le quali affermano che alla fine della Corsa talvolta questo mazzo, perdeva gran parte dei fiori, in seguito ai gesti compiuti da su Componidori durante il rituale della benedizione. Le prime immagini da noi conosciute allo stato attuale della ricerca, che ritraggono questo particolare elemento vegetale, risalgono ai primi decenni del 1900 ca, e mo- strano come la cura fosse ben lontana dalla minuziosità che ha oggi la preparazione della stessa, per la quale si è affinata (dagli anni ‘80 del 1900) una tecnica che la ren- de stabile e difficilmente deteriorabile durante la Giostra. Tuttavia, nonostante oggi appaia esteticamente perfetta rispetto al passato, le attuali fattezze, nel complesso, rimangono invariate dagli anni ‘80 ca del 1900. 79 Intervista a Giuseppe Vacca del 1/02/2017. 80 Intervista a Gianni Sabattini del 28/08/2017. 81 Intervista a G.M. e G.M. Del 13/02/2014 “A casa ad esempio noi abbiamo sa Pippia de Maju di mio fra- tello, mio fratello ha una bambina di 4 anni, e da poco l’abbiamo tirata fuori, lei si è emozionata! Ha ca- pito che era una cosa importante, quando mia madre le ha detto «prendila E.» ha fatto la stessa faccia del padre quando per la prima volta gliel’avevano data! Ha detto: «ma posso? La posso toccare?» c’è proprio questa sacralità che si vede solo nell’immagine de sa Pippia de Maju. Una bambina di 4 anni, non ha ancora il senso della spiritualità, però lei lo associa a questa figura e quindi dice: ho in mano una cosa preziosa una cosa importante”.

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