Sa Pippia de Maju
La Sartiglia di Oristano, come si esplicita in diversi passaggi anche in questo importan- te studio, è il frutto di una evoluzione di riti, di cerimoniali e di tradizioni che nel corso dei secoli, ma talvolta anche a distanza di pochi anni, ha fatto registrare numerose trasformazioni e mutamenti nei protocolli e nella ritualità della Giostra. I più antichi documenti archivistici relativi alle edizioni delle giostre, dalla prima attestazione del 1547, sino all’ultima, del 1750, nonostante i dettagli dei cerimoniali delle corse, non citano mai il famoso scettro floreale de su Componidori: sa Pippia de Maju . Pur pren- dendone atto, il dato archivistico non ci autorizza certo ad escludere completamente l’utilizzo di questo simbolico doppio mazzo fiorito ad opera dei Mantenedores , le auto- rità civiche che guidavano le più antiche edizioni del Cinquecento o del Seicento della Sortilla , la corsa all’anello. Una forma del tutto rinnovata della Giostra, sin dal principio del XVIII secolo, potrebbe rappresentare eventualmente una nuova occasione per l’introduzione nel rituale della Sartiglia dell’oggetto-simbolo del nostro interesse. Infatti, la presenza di nuovi attori, i componenti delle corporazioni di mestiere, permetterebbe di individuare un ulteriore momento di innovazione, con l’aggiunta di cerimoniali direttamente riconducibili alle singole tradizioni dei rispettivi attori. Protagonisti indiscussi sin dalle edizioni della Sartiglia del 1701 divengono i gremi, le antiche confraternite di mestiere, operanti in città sin dalla fine del XVI secolo, che dalla fine del Seicento assumono un ruolo sem- pre più importante nella comunità oristanese sia in ambito economico che sociale. Le giostre, pur disposte e finanziate ancora dalle autorità civiche, organizzate per parte- cipare al popolo momenti di festa, legati sempre a nascite e matrimoni reali, vedono i sette gremi cittadini cimentarsi in diversi divertimenti, equestri ma non solo, dando vita a diverse giornate di festa. A guidare le giostre nel ruolo di Mantenedores e a con- durre tutti i cerimoniali delle feste sono ora i Majorales , le massime autorità dei gremi. In particolare nel 1722 i componenti del Gremio dei Contadini, si cimentano a cavallo nella corsa alla stella: è la prima volta che si parla di questo nuovo bersaglio della Gio- stra, formula che caratterizzerà, anche in tutte le altre attestazioni delle giostre, le esi- bizioni equestri del Gremio dei Contadini. La presenza di questa corporazione, posta sotto l’invocazione di San Giovanni Battista e strettamente legata al mondo contadino, potrebbe aver favorito l’inserimento nel cerimoniale della Sartiglia di una “metafora” e di una ritualità, come quelle legate a sa Pippia de Maju , che alludono alla rigenerazione e alla fertilità, verosimilmente già in uso nella propria tradizione e nella propria ritua- lità in altri contesti dell’anno. Non ultimo, se non in ordine di tempo, la definitiva contestualizzazione della Giostra nelle giornate del Carnevale, costituisce un ulteriore fase cruciale nella sua storia, quale momento propizio per l’eventuale inserimento di un nuovo elemento nel rito della Sartiglia. La collocazione della corsa alla stella in questo preciso momento del ciclo dell’anno, dopo essersi svolta per secoli nei periodi estivi e autunnali, sarebbe un’iniziativa, secondo la tradizione orale, di un “ecclesiastico”, verosimilmente, nella seconda metà del XVIII secolo. Tramandato nella figura del “Canonico Dessì”, l’illumi- nato e lungimirante “padrino”, per garantire la nobile tradizione equestre oristanese che evidentemente rischiava di perdersi per sempre, con una donazione, che probabil- mente legava a entrambi i gremi, ancora oggi protagonisti, un fondo rustico, le cui ren- PREFAZIONE Francesco Obino Direttore Fondazione Oristano libera da condizionamenti rispetto all’ambito della ricerca. Scelta questa, voluta dagli Uffici della Fondazione, che ha permesso alla giovane ricercatrice, priva di qualsiasi “filtro” o “substrato”, legato al mondo della Sartiglia, di poter svolgere la sua ricerca senza sovrastrutture che potessero limitare o comunque “inquinare” l’indagine. Dopo un percorso di “introduzione” alla Sartiglia, la studiosa ha mo- strato da subito grande autonomia e spirito di iniziativa, portando avanti la ricerca in maniera decisa e determinata. Gli Uffici della Fondazione, pur garantendo il sup- porto in merito alla ricerca dei contatti delle persone individuate per le interviste, hanno consentito alla Dott.ssa Meles di procedere nella ricerca in piena e completa autonomia, sino al suo completamento. Il corteo della Sartiglia 1953, con il Componidori Gino Solinas. In primo piano il Gremio dei Contadini e un bambino che trasporta sa Pippia de Maju
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