Sa Pippia de Maju

- 47  - -  46  - bambolina e dicevano: «a s’ora‚ de sa Maimoa!» E allora gli davano fichi, uva passa, carciofi, mandorle e anche soldi; andavano in due o tre sempre, sempre femminucce, con la bambolina sua fatta dalle mamme. Mia madre, eravamo in otto, e sempre uguale, la bambola era fatta così di quest’erba... si legava così la faccia, poi facevano il collo le braccia e le gambe chi aveva possibilità di mettere vestitini a questa Maimoa le mettevano anche le calzine, tutte queste cose addosso. Era una cosa che bisognava fare, una cosa vista di antichità che loro [le madri ndr] continuavano quando eravamo piccole noi [aveva un significato particolare? ndr] il primo maggio! Dopo finita la festa lo buttavano dal ponte in mezzo all’acqua perché ormai sa Maimoa non c’era più era morta allora, tutto l’anno non poteva durare! un giorno e basta, una cosa antica. [Dopo la questua ndr] quello che c’era ad esempio eravamo in quattro? Diviso quattro, una aveva il cestino le altre due che accompagnavano e quella che aveva la b mbina. Non si andava in molti altrimenti c’era troppo da dividere“ 44 “Facevano, per andare in giro c’è chi dava soldi, chi gli dava frutta, chi gli dava carciofi, mamma dava soldini altri carciofi, […] usavano così… facevano su coreganzu, quest’erba che fa i fiorellini gialli e facevano un coso così, come una croce… le braccia, era proprio così, una croce e allora gli facevano la faccia, la dipingevano, la portavano in braccio, “sa Maimoa“, la vestivano, le mettevano qualche vestitino da bambina, questo mi ricordo, e passavano nelle case per raccogliere […] andavano di porta in porta; giravano tutto il paese, raccoglievano…[…] e chi dava questo chi dava l’altro capito? Mamma dava carciofi, si usava così sa Maimoa… e poi la buttavano o nel ponte o nel fiume, adesso non mi ricordo bene andavano e la buttavano, ci mettevano la cuffietta come una bambina…ognuno [la portava ndr] in braccio, un mazzetto di erbe come una bambola si può dire […] facevano una cosa così, e le mettevano un panno e pitturavano gli occhi. [Cosa significa Maimoa ndr] Maimoa è come bambola, sa Maimoa come per dire: una bambola. e faceva la figura di persona no? [che significato aveva? ndr] era il primo maggio, […] è tramontato da molto tempo da quando io ero ragazzina, le facevano la faccia gli occhi [prima di gettarla in acqua le toglievano i vestiti? ndr] certo, quelli si! ci buttavano le erbe solo, coreganzu si dice è quell’erba verde che fa i fiori gialli, quello era usato per fare sa Maimoa […] c’era questo ritornello, ma non me lo ricordo […] le bambine tutto facevano loro e forse aiutavano anche le mamme, però loro andavano per raccogliere, se era roba da mangiare la mettevano in casa“ 45 Ulteriori testimonianze sono state rilevate nel paese di Siamanna (Or). Alcuni informatori tra gli 85 e gli 87 anni, descrivono il medesimo rituale celebrato il 1° Maggio, in questo caso la bambolina fatta di " coreganzu " prende il nome di " Pippia de Maju ": 44 Intervista a: Maria Teresa Murtas del 9/04/2014 45 Intervista a Maria Mocci del 9/04/2014 "Si fadiat sempre sa Pippia de Maju […] sa primu dia de maju fadeiaus custa pippia e tottus passanta in giru a da fai biri custa pippia […] de caraganzu e bestida cumenti una pippiedda, poneiaus una careta, du teniaus tottu nosu […] e di poniada de cussu chi teniaus nosu, […] e da fadeiaus longa aicci […] poneiaus is cambixeddas, is bratzus e sa conca [...] e disegnada unu pippiu po mo de narrede [...] E da porteaus aicci in bratzu, is poberitteddus medas e andaiaus de in domu in domu de is arriccus [dicendo ndr] : «podidi po sa Pippia de Maju?» e chi si giaiada una cancioffa, chi si giaiada unu spitzueddu de arrescottu, deo du seo andada meda! Accoa in sumerì candu iaus finiu, andeaus a s’arriu da spollaiaus custa pippia de cudda arroba, custa Pippia de Maju, fadeiaus sa cruxi e ci da ghettaiaus in s’arriu, po proidi, ca proiada troppu pagu! fuidi una cosa bella! Unu tantu aicci fuidi, [l'informatore spiega allargando le mani una lunghezza di circa 60/70 cm ndr] portada is pesi fuidi manna aicci, Manna manno no, commenete un neonato! [...] [il rito veniva praticato da ndr] Is femminas, portaiasu unu scatteddeddu [nel quale venivano raccolti doni della questua ndr] " 46 “Sa primu dia de maju, il primo giorno di maggio andaiaus a su sartu pigaiaus custu caraganzu e fadeiaus una pippia, ma indi fadiant medas, fiaus meda is picciocheddas e da esteiaus, di poneiaus su grembiulleddu, su istiri già no fuidi mancu...e una carettedda e passanta is poberitteddas; a mimmi babbu m’ia giau una carda pura ca fui andada impari cun cussas piccioccheddas! Is poberitteddas passanta in giru e di si giadianta una cottura de fai, una cottura de cixiri, su chi tenianta sa genti, andanta de domu in domu, fuantas medas is piccioccheddas, no este chi fudi una sociedade scetti, po esempio quattru cinqu piccioccheddus, ndi pottanta una e andanta in giru in bidda, a pregontai e naranta «a sa Pippia ‘e Maju!», e sa genti issarasa du scidianta fuidi una moda chi c’iada e di si giadiada calincuna cosa de pappai, arregollianta tottu mischinasa ca fuantas poberitteddas cumprendiu? [quanto era grande questa pippia? ndr] mattucca, fudi manna da pottaiaus a coddu […] e poi du scisi itta fadianta? A sa fini a merì dopo fatta sa cicca ci da pottanda a s’arriu e ci 46 Intervista a: Ersilia Mura, Salvatore Fenu e Giovanna Sanna del 4/03/2019 eseguita da Daniel Meloni relativamente a un altro ambito di indagine e gentilmente fornita a chi scrive Trad. Lett. : "Si faceva sempre sa Pippia de Maju [...] il primo giorno di maggio facevamo questa bam- bina/bambolina, e tutti passavano in giro a far vedere questa bambina/bambolina [...] di margherite, e vestita come una piccola bambina, mettevamo una cuffietta, avevamo tutto noi [...] si metteva quello che avevamo noi [...] la facevamo lunga così [...] mettevamo le gambette, le braccia e la testa [...] e disegnava un bambino, per modo di dire [...] la portavamo così in braccio, i poverelli andavamo di casa in casa [dicendo ndr] : «può per sa Pippia de Maju?» e chi ci dava un carciofo, chi ci dava un pezzetto di ricotta, io ci sono andata molto! Dopo nel pomeriggio quando avevamo finito, andavamo al ruscello la spogliavamo questa bambolina di quella roba, questa Pippia de Maju, facevamo la croce e la buttavamo nel ruscello, per far piovere, perchè pioveva troppo poco! Era una cosa bella! Era così [l'informatore spiega allargando le mani una lunghezza di circa 60/70 cm ndr] aveva i piedi, era grande così. Non grande grande, come un neonato. [il rito veniva praticato da ndr] dalle femmine, portavamo un cestino [nel quale venivano raccolti doni della questua ndr] .

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