Sa Pippia de Maju
- 153 - - 152 - Nei documenti appartenenti al Gremio di San Giovanni che attestano le spese impiegate per l’organizzazione della Giostra viene indicato il compenso corrisposto dal Gremio a chi portava sa Pippia de Maju : Nel Resoconto finanziario dell’esercizio 1891-92 si legge: “A chi porta sa Pippia de Maju 0,50” (GREMIO DEI CONTADINI 1891-92: nota 25) Nella Nota delle spese fatte per la Sartiglia del 1909 si legge: “Centesimi 50 per portare sa pipia de Maiu” (GREMIO DEI CONTADINI 1909: 64) Anche per quanto riguarda il Gremio dei Falegnami abbiamo alcune testimonianze interessanti: all’interno del Libro dei conti dei Maggiorali del Gremio dei Falegnami di Oristano che registra le annotazioni contabili del Sodalizio dal 1862 al 1930 sono presenti specifiche informazioni: Alla pagina 3 del libro, nella nota n° 40, relativa all’anno 1862/ 63, si legge: “soldi cinque al ragazzo che portò la così detta pipia de Mayu” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1862-63: 3) Alla pagina 8 del libro nella nota n° 33, relativa all’anno 1863/ 64, si legge : “Centesimi quarantotto al ragazzo che portò la così detta Pipia Maju” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1864-64: 8) Alla pagina 31 del libro, nella nota n°10, del 1869/70, si legge “Dato al ragazzo che porti cosi detta sa pipia de Maju...50” 184 Questi dati confermano la presenza e il ruolo specifico dei bambini che venivano incaricati di trasportare il mazzo fiorito. Il fatto che questa spesa sia registrata nei libri contabili dei due Gremi dimostra che il compito dei latori fosse sicuramente importante e non trascurabile. La presenza dei bambini in un contesto rituale non è mai casuale. Essi come i poveri e le maschere assumono il valore vicario dei morti, un tramite quindi con le potenze ctonie (LÉVI STRAUSS 1952; BUTTITTA 2009-2013; TOSCHI 1976; BONANZINGA 2003). Quando queste figure si manifestano in determinate scadenze calendariali festive, acquisiscono un’importanza rituale ben definita: “I morti sonomatericamente presenti in ambito rituale attraverso i bambini, i mascher ti, gli schiavi, gli stranieri i quali sono oggetto di attenzioni non ordinari nel corso del periodo festivo” (BUTTITTA 2013: 139) . Così come avviene nelle questue infantili, in quanto anime pure e innocenti, queste figure garantiscono un tramite diretto e fondamentale con il mondo dei morti, che è necessario ingraziarsi in determinate scadenze calendariali dettate dall’incertezza come avviene durante il passaggio dall’Inverno alla Primavera. 185 Il fatto che sia documentato un compenso per questa particolare mansione, svolta dai bambini, (nelle immagini finora conosciute a partire dagli anni ‘30 del 1900 ca, appaiono sempredi sessomaschile edi etàpreadolescenziale) 186 potrebbe rimandare alla prassi delle questue infantili. Come descritto nel primo capitolo, durante queste importanti pratiche cerimoniali, i bambini erano soliti celebrare un determinato iter rituale, ricevendo in cambio dalla comunità beni materiali alimentari o qualche moneta. 187 Questa presenza nella Giostra, risulta molto interessante e non è da sottovalutare: “I questuanti rituali son sempre altro da sé stessi e precipuamente agenti del sacro, inviati degli dèi. Il dono è dunque, tanto più quando rivolto agli dèi, una forma di investimento a garanzia del futuro benessere” (BUTTITTA 2009: 29) . 184 Nel Libro dei conti dei Maggiorali del Gremio dei Falegnami di Oristano troviamo ulteriori testimonianze: - Alla pagina 15 del libro nella nota n° 30, relativa all’anno 1866/67, si legge: “Po sa pippia de Maiu per la Mascherata...50” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1866-67: 15) - Alla pagina 19 del libro nella nota n°27, relativa all’anno 1868 si legge: “Per portare la detta pipia di Maju...50” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1868: 19) -Alla pagina 23 del libro nella nota n°20, relativa all’anno 1869 si legge: “Per portare Sa Pipia Maju...50” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1869: 23) -Alla pagina 40 del libro, nella nota n°36, del 1871 si legge “Per condurre sa pipia cosi detta...50” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1871: 40) - Alla pagina 43 del libro, nella nota n°14, del 1873 si legge “Per la Pipia de Maju...50” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1873: 43) Negli anni successivi le spese per la Sartiglia iniziano ad essere indicate sotto un’unica voce come: “spesa per la cosi detta Sartiglia...60,00” (GREMIO DEI FALEGNAMI 1888/89: 95) 185 I morti sono associati soprattutto alle feste di fine inverno (BUTTITTA 2013: 141) 186 I bambini, epifanie essi stessi dei morti, non necessitano di alcuna alterazione fisionomica per essere, nello spazio-tempo festivo, altro da sé stessi (BUTTITTA 2013: 190) 187 È noto l’arcaico valore simbolico della questua, da intendersi come dispositivo a un tempo generatore (per chi riceve) e propiziatore (per chi dona) di abbondanza (BONANZINGA 2003: 300) Il corteo della Sartiglia 1908, con il Componidori del Gremio dei Falegnami, Felice Loffredo. In primo piano un bambino che trasporta sa Pippia de Maju
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