Sa Pippia de Maju

- 149  - -  148  - “Per me è errato il nome che gli danno “bambina di maggio” per me è mazzolino di maggio, quando ero ragazzino, con mio padre ci fermammo di fronte all’entrata di una casa, dove ci sono quelle signore con il proprio orticello che coltivano gli ortaggi fatti in casa come una volta e li vendono con le cassette fuori di casa e c’erano degli asparagi, mio padre andava ghiotto di asparagi e la signora anziana la chiamò “pippia de sparau” le chiesi come mai l’aveva chiamata pippia e lei mi fece una bella ramanzina “bellu sardu sesi no scisi chistionai mancu sa limba tua” [ Trad. Lett.: Bel sardo sei! Non sai parlare nemmeno la tua lingua! Ndr] perché non sapevo che nel nostro dialetto la parola “pippia” voleva dire mazzolino” 179 Come già precedentemente proposto, si presume che questo mazzo fiorito, significante la rinascita vegetale, sia stato inserito all’interno della Sartiglia in quanto Festa principale per Oristano che ha inglobato al suo interno pratiche e simboli appartenuti ad altre realtà cerimoniali. Il Gremio dei Contadini infatti si occupa di altre feste celebrate durante il corso dell’anno, tra le altre è doveroso ricordare Sant’Isidoro (maggio) e San Giovanni (giugno) 180 . È probabile che alcune 179 Intervista a A.S. Del 13/12/2013 180 Feste celebrate dal Gremio dei Contadini: più o meno fino agli anni ’60 del 1900 in occasione del- la Festa di San Giovanni Battista venivano celebrate le Novene: gli oristanesi tenevano particolar- mente a queste celebrazioni in onore del Santo. Intorno alle 16:00 ci si recava in processione a pie- di dalla città fino alla chiesa campestre di San Giovanni dei Fiori. È importante sottolineare come veniva avvertito il pellegrinaggio secondo gli informatori, ovvero come momento di aggregazione sociale e comunitaria. Non soltanto per i componenti del Gremio quindi, ma per la comunità tutta. • 23 giugno: La sera del 23 si aprono i festeggiamenti con il trasporto della Bandiera dalla casa de s’Oberaiu Majori (a cui è affidata la custodia della Bandiera) alla Chiesa di Santu Giuanni de Fro- ris (San Giovanni dei fiori). La Bandiera lascia la sala principale della casa dove ha troneggiato durante l’anno di presidenza, adornata da due nuovi nastri legati sotto la corona di spighe di gra- no che circonda l’immagine di San Giovanni bambino. Nei nastri spiccano i nomi de s’Obera- iu Majori e de sa Priorissa e l’anno del mandato appena concluso. La Bandiera viene posta su un carro a buoi mentre i componenti del Gremio si sistemano sul decorato carrello di trattore che se- gue il carro. Un corteo di trattori addobbati e cavalieri a cavallo accompagna la Bandiera verso la chiesa dove si celebra la Messa della Vigilia, conclusa la quale, si cantano is Goccius (canti sacri) in onore del Santo, segue il tradizionale rinfresco con amaretti e vernaccia offerti a tutti i presenti. La sera si prepara la tradizionale cena per il Gremio a base di lumache. In passato era consuetudine organizzare l’accensione del falò cerimoniale in onore di San Giovann i . Ci si recava nelle vicine campagne che circondano la chiesa campestre per effettuare la raccolta di legname utilizzato per costruire la pira da ardere. Si era soliti bruciare anche pezzi di mobili di legno usurati o in disuso. La sera della vigilia di San Giovanni nei vari rioni della città, si preparavano piccoli falò in prossimità degli incroci che venivano accesi dopo il tramonto, quando le fiamme iniziavano a calare i ragazzi del rione procedevano al rito del salto delle piccole pire; si era soliti poi fare il giro negli altri rioni diversi da quelli di appartenenza per saltare i fuochi. Importante la celebrazione del com- paratico di San Giovanni: i ragazzi stringendosi reciprocamente il mignolo e quindi presi per mano, saltavano insieme il fuoco di San Giovanni e diventavano così “Goppai e Gommai de Santu Giuanni” recitando un’apposita formula. (La pratica dell’accensione di falò cerimoniali rimane attiva fino a circa metà degli anni ’60 del ‘900, successivamente in seguito all’asfaltatura delle strade tale pratica co- munitaria si è persa). Il giorno successivo le strade venivano pulite dalla cenere dei falò cerimoniali, la cenere non veniva conservata o utilizzata per pratiche particolari. Tale cerimonia era consona in tut- ti i rioni della città, si trattava di un momento di condivisione sociale e di aggregazione comunitaria. Nella corte della chiesa di San Giovanni dei fiori, in passato, almeno fino agli anni ‘60-’65 del ‘900 i componenti del Gremio con i propri familiari erano soliti riunirsi presso il complesso della chiesa, dove si arrivava con il carro a buoi e si sostava per tutti e tre i giorni della Festa, la notte della vigilia, oltre la cena conviviale, veniva acceso un piccolo falò: soprattutto i bambini erano soliti procedere al salto cerimoniale e stringere legami di comparatico attraverso il quale si diventava compari e comari “de Froris” Trad. Lett.: di fiori. 24 giugno: Presso la chiesa di San Giovanni dei Fiori, a partire dall’alba, si procede alla celebrazio- ne delle Messe in onore della Natività di San Giovanni Battista, funzioni religiose e festeggiamenti si protraggono fino a tarda notte. Il Gremio festeggia con il tradizionale pranzo a base di pecora. Tutta la giornata è all’insegna della condivisione. A tarda sera si organizza la cena, i festeggiamenti proseguo- no con balli tradizionali. 25 giugno: Il 25 il Gremio è impegnato fin dal mattino nella celebrazione liturgica della Messa in suffra- gio dei soci defunti. Nel pomeriggio i componenti del Gremio, durante una riunione a porte chiuse che si tiene nei locali attigui alla chiesa, nominano ufficialmente la nuova giunta. Terminata la riunione, le porte della chiesa si aprono, la bandiera di San Giovanni viene portata fuori e tra manciate di grano e fiori viene posta sul carro a buoi. I componenti del Gremio prendono posto su un carrello trasportato da un trattore e insieme al corteo di cavalieri si dirigono verso la casa del nuovo Oberaiu Majori, a cui sarà affidata la custodia della bandiera. Giunti presso la sua abitazione, la consegna della bandiera dalle mani de s’Oberaiu uscente a quello entrante darà inizio al nuovo mandato di presidenza mentre tutti i convenuti festeggiano con un rinfresco. 29 agosto: In questo giorno il Gremio partecipa alla celebrazione con la Santa Messa io onore del Mar- tirio di San Giovanni Battista, pratica ripresa intorno al 1997. 2 febbraio: In occasione della Candelora, durante la messa celebrata di primo mattino nella chiesa di Santu Gianni de Froris, vengono benedette le candele che i componenti del Gremio consegneranno nella mattinata a tutti i soci, alle vedove dei soci defunti e ai collaboratori del Gremio. Tra le candele benedette spiccano per la loro bellezza e per i nastri rossi quelle che verranno consegnate a su Com- ponidori e ai suoi compagni di pariglia, segnando l’investitura ufficiale di coloro che guideranno la Sartiglia. Sabato più vicino al 15 maggio: il Gremio festeggia sant’Isidoro Agricoltore, Patrono dei contadini. Domenica della Palme: Consegna delle palme ai componenti del Gremio. Nota storica: tra i documenti posseduti dal Gremio dei Contadini figurano interessanti testimonianze relative a corse equestri, in particolare, in occasione della Festa di San Giovanni Battista veniva orga- nizzato un Palio disputatosi fino ai primi del ‘900: “Raccogliendo le testimonianze di alcuni fantini che hanno partecipato a tale corsa si segnala che il tracciato di tale percorso prevedeva la partenza dei cavalieri dalla strada posta sul prolungamento dell’attuale via Ozieri, oltre il passaggio a livello, per- correva le vie Palmas Arborea, Arborea, Aristana, Gialeto, attraversava la via Cagliari, verso la via Mi- chele Pira e raggiunto il piazzale antistante la chiesa di San Martino proseguiva verso la chiesa di San Giovanni terminando sul sagrato della chiesa”. Al vincitore veniva offerto in premio “Su Pannu”, panno di broccato che precedentemente veniva portato dai Contadini nella Processione di Corpus Domini. Invece, per l'occasione della Festa di Sant’Isidoro agricoltore venivano celebrate corse al galoppo di cavalli berberi. La festa da tempo non più praticata è stata ripristinata nel maggio del 1997 grazie all’in- teressamento della Commissione Cultura del Gremio (CASU; OBINO 2012:33-34). Feste celebrate dal Gremio dei Falegnami: Il Gremio dei Falegnami, ha due Santi Patroni: San Giuseppe e San Luca. Nel Gremio confluivano tutti coloro che in qualche modo avevano a che fare con la lavorazione del le- gno, quali carrai, tornitori, intagliatori, chitarrai, costruttori di barche e molini, ed altri, che erano detti appunto artieri del legno. Il Gremio possiede il diritto d’uso della Cappella di San Giuseppe presso la Cattedrale di Oristano dedi- cata a Santa Maria Assunta, la cui prima assegnazione risale al 1642, come annotato in un documento successivo (del 1754) di conferma della concessione stessa. In questa cappella il Gremio celebra le principali festività religiose quali: - Il Santo Patrono il 19 marzo: intorno alle ore 9:00, si partecipa alla Santa Messa, successivamente il Gremio si riunisce per rinnovare le cariche sociali e eleggere il nuovo Majorale; in seguito nella sede del Gremio ubicata in Via Eleonora, si festeggia con un rinfresco. Per quanto riguarda il passato, all’interno del “Libro dei conti dei Maggiorali del Gremio dei Falegna- mi di Oristano” nella scrittura delle spese relative l’anno 1863/64 nella nota n° 15 si legge: “Centesimi quarant’otto alli scolareti per avvisare il pubblico a concorrere alla novena di San Giuseppe” ( GREMIO DEI FALEGNAMI 1864/65:7). Questa informazione risulta particolarmente interessante nel testimoniare che anche in onore di San

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