Sa Pippia de Maju

- 131  - -  130  - pesca miracolosa, bisogna “pescare” nell’ambito della casualità la “stella della buona fortuna”. Questa soluzione consente di ripristinare l’ordine e di ridistribuire i ruoli produttivi a tutta la comunità (ATZORI 1988: 107) Attraverso le informazioni che emergono dalla tradizione orale infatti, il significato che viene attribuito alla buona riuscita della Sartiglia e soprattutto all’atto di cogliere le stelle, è legato alla fortuna della buona annata. É importante ricordare che la realtà economico-sociale di Oristano sviluppatasi nell’area della valle del Tirso, grazie ai suoi terreni particolarmente fertili è storicamente caratterizzata da una tradizione agricola, risulta quindi semplice individuare all’interno della Giostra elementi legati alla tradizione contadina e ai relativi comparti artigiani. É probabile che gli abitanti del luogo abbiano rifunzionalizzato: “a livello popolare e carnevalesco i modelli dei tornei cavallereschi e dell giostre equestri che nel passato venivano indetti dai ceti nobiliari della zona” (SATTA 1982: 113). Non sembra improbabile quindi, che all’interno della Giostra cavalleresca siano confluite simbologie legate al rinnovamento vegetale tipiche delle società con una tradizione agraria. III.3 S’Arremada Al termine della Corsa alla Stella, quando tutti i cavalieri prescelti dà su Componidori hanno avuto modo di tentare la sorte, il Mastro di Campo , si appresta a dare la benedizione vera e propria relativa alla chiusura della Giostra con s’Arremada . “Chi la compie [la benedizione ndr] sente il suo ruolo, io credo che tutti ci auguriamo che l’annata della propria Sartiglia sia un’annata buona [...] secondo me se tutta la cerimonia si svolge in una certa maniera, non ci sono intoppi, se è una bella giornata...insomma questo è il vero discorso benaugurante, diversamente quando piove, c’è un brutto tempo ci sono problemi uno cade e si fa male, allora li si vede che l’anno comincia male, noi ci crediamo a queste cose anche se chiaramente è tutta una questione scaramantica [...] però ti dà fastidio lo stesso [...] si certo per trasposizione diciamo ognuno la vede come un augurio per il proprio successo per i propri traguardi per quello che ognuno di noi si prefigge di fare in quell’anno” 137 “Ci tenevano tantissimo, quando la Sartiglia andava bene, a su Componidori non era successo niente, la gente ci credeva, si convinceva che l’annata agraria sarebbe stata veramente bella, ma non tanto per il numero di stelle, proprio per la manifestazione in sé, non era solamente la benedizione era proprio tutto l’andamento della Sartiglia che era un buon auspicio, è ovvio che il divertimento c’era ugualmente perché era Carnevale, però l’auspicio era creduto, anche a me è rimasto un pochettino quel...[...] le persone come me allevate dai vecchi oristanesi ci credono ancora e anche io, mi è rimasto [...] si proprio buon auspicio, diciamo 137 Intervista a L.C. Del 10/02/2014 “speriamo che l’anno venturo sia migliore” 138 “L’importante è se Sa Sartiglia anda bei, [ Trad. Lett.: Se la Sartiglia va bene ndr] per il Gremio [...] che l’annata va bene, se prendono le stelle l’annata va bene, quello c’è sempre stato!” 139 Alla conclusione dell’ultima corsa, che viene effettuata da su Componidori con su stoccu e da su Segundu o su Terzu, il Capocorsa si dirige verso il Presidente del Gremio per restituirgli su stoccu e questo, in cambio, gli consegna s Pippia de Maju. Su Componidori si dirige verso Piazza Manno, dove inizia la Corsa alla Stella e al galoppo sfrenato, ripercorre tutta via Duomo fino a Sant’Antonio riverso supino sul suo cavallo benedicendo la folla con gesti di aspersione che fondamentalmente oggi, nella maggior parte dei casi, ricordano segni di croce. 138 Intervista a A.D.C. Del 20/02/2014 139 Intervista a E.M. Del 15/04/2014

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