Sa Pippia de Maju

- 129  - -  128  - Oggi la benedizione, nella maggior parte dei casi, si protrae dalla sede della Vestizione fino a Via Duomo. Mentre su Componidori di dirige in Via Sant’Antonio dove sosteranno tutti i cavalieri in attesa che il loro Capocorsa gli conceda o meno l’onore di «scendere alla stella» e tentare così la sorte cercando di cogliere la fortuna. Su Componidori a questo punto, torna indietro (sempre effettuando la benedizione) e si dirige dove si trova appeso il nastro verde che sostiene la bramata stella, in questa postazione 132 , in cui il Presidente si trattiene per tutta la durata della Giostra, consegna a costui sa Pippia deMaju per ricevere in cambio le spade. In passato invece, quando il doppio mazzo di viole era portato in corteo da un bambino, quest’ultimo, che si trovava accanto al Presidente e agli altri componenti del Gremio, lo custodiva per tutta la durata della corsa. Successivamente il Mastro di Campo verrà raggiunto da su Segundu 133 con il quale procederà “all’incrocio delle spade” , tipica cerimonia di stampo cavalleresco con la quale viene sancito l’inizio della Sartiglia . Da questo momento in poi il protagonista del Carnevale oristanese gestirà l’anda- mento della Giostra. 132 Lungo tutto il percorso della Corsa alla Stella (Via Duomo) vengono allestite delle apposite tribune per consentire agli spettatori di assistere in sicurezza allo spettacolo. Solo i membri dei Gremi sostano ai bordi della strada dietro le transenne, pronti per poter premiare i fortunati cavalieri che prendono la stel- la successivamente alla riuscita dell’impresa. I cavalieri infatti se riescono a centrare la stella hanno im- mediatamente il diritto a un premio: una spilla d’argento, applicata dalle autorità del Gremio al cavaliere in pista. Se costui avrà l’onore di essere scelto anche da su Componidori del martedì e quindi tentare per la seconda volta la sorte, riuscendo nell’impresa, gli verrà consegnata una spilla d’oro. 133 Trad. Lett.: Il Secondo, è l’aiutante di campo de su Componidori, uno dei suoi compagni di pariglia. La prima discesa è la sua, si procederà successivamente alle corse dei suoi compagni di pariglia, su Segundu e de su Terzu 134 , sarà poi il turno della pariglia del futuro Componidori del martedì, e in seguito tutti quei cavalieri a cui il Capocorsa concederà l’onore. Si tenta la sorte: è comune per la collettività oristanese credere che più stelle verranno colte, maggiore fortuna si avrà nel nuovo anno che inizia, maggiori le possibilità di una buona annata 135 , oggi non più collegata esclusivamente al buon raccolto agricolo (prerogativa essenziale soprattutto in passato e sempre attuale) ma anche alla buona annata personale: lavoro, denaro, rapporti privati ecc. I fatti culturali non sono mai fissi e immutabili ma dinamici e in costante trasformazione, in seguito alla rifunzionalizzazione delle tradizioni queste accolgono nuovi significati, legati necessariamente all’evoluzione del tempo. E così è accaduto anche a Oristano. 136 È importante ricordare il significato propiziatorio che viene attribuito tradizionalmente alla buona riuscita della corsa. Nel caso ciò non avvenga si traggono cattivi auspici per l'annata che si concluderà nella prossima estate. [...] Infatti la comunità ogni anno a Carnevale, è seriamente coinvolta dalla manifestazione della Sartiglia intesa non solo come spettacolo, che ha assunto anche valenze di attrazione turistica, ma come rituale che ha conservato antichi significati propiziatori specifici della realtà contadina (SATTA 1982: 112) Scrive a tal proposito Mario Atzori: Nella Sartiglia si può sc prire la dicotomia caos-logos [...] In questo Carnevale, come in tutti i carnevali, infatti, è presente una situazione di caos produttivo della comunità, la quale alla conclusione dell’annata agricola non conosce l’esito del proprio futuro. Da qui nasce il rischio della morte, che è opportuno superare attraverso un’operazione rituale. Così, si gioca la “sorte” e si mette a dura prova la propria virtù per raggiungere la “fortuna”. È un gioco-rischio [...] Il rito stesso, mette in opera l’azione per espellere dalla comunità il pericolo della cattiva annata, cioè della reale carestia. Nel rito si deve colpire la stella; bisogna compiere la stessa operazione della 134 Trad. Lett.: Il Terzo, è l’aiutante di campo de su Componidori, uno dei suoi compagni di pariglia. 135 Intervista a Maurizio Casu del 10/12/2013 “Il discorso dell’auspicio c’è, non fosse altro, comunque anche nella fortuna che ti vede protagonista nel cogliere o meno la stella. […] Tutti parlano di questa rivalità tra la domenica e il martedì «eh ha preso più stelle il Gremio dei Falegnami, ha preso più stelle il Gremio dei Contadini!» ha preso più stelle il Gremio? I cavalieri hanno preso le stelle! Perché i cavalieri sono gli stessi domenica e martedì e vuoi tu che i cavalieri della domenica siano meno desiderosi di prendere le stella di quelli del martedì che son gli stessi? Questo agonismo ha poca ragionevolezza”. 136 I processi di riplasmazione e rifunzionalzzazione dei fatti culturali possono essere intesi come valori o come indici strutturali costanti all’interno della diretta dinamica degli stessi processi di trasformazio- ne che investono tutti gli aspetti della realtà. Questo presupposto, sul piano etno-antropologico, porta a considerare opportunamente una particolare nozione di “tradizione culturale”, da intendersi come ambito di fatti e di fenomeni culturali dinamici, da analizzare secondo parametri che siano in grado di individuare sia dati costanti sia quelli variabili con le loro correlazioni e referenze. Si tratta di problemi che lungi dall’essere risolti, vogliono soltanto avanzare un’ulteriore proposta nel già ampio dibattito teorico-metodologico che, dall’ultimo dopoguerra ad oggi, ha vivacizzato, in Italia, le ricerche riservate alle discipline etno-demoantropologiche (ATZORI 1988: 9-10) Sartiglia 1962. Il Gremio dei Contadini assiste alla Giostra dal palco. Un giovane Oberaieddu , custodisce sa Pippia de Maju

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