Sa Pippia de Maju
- 121 - - 120 - Rispondere con un segno di croce, pare quindi un simbolo di necessaria reciprocità nei confronti della figura Carnevalesca, nonostante sia ben chiaro a chi lo pratica che si tratti di un gesto di riconoscenza e non di un simbolo cristiano cattolico, una semplice risposta che forse con quel segno di croce, per trasposizione, assume l’importanza che viene percepita dallo spettatore coinvolto. “Non è sa Pippia de Maju in sé che mi rapprese ta qualcosa, è sa Pippia de Maju impugnata da su Componidori che rappresenta qualcosa, perché quel gesto […] quando sa Pippia de Maju è in mano a su Componidori che ha tutto un altro valore, è quando indossa quella maschera che tutto cambia. Io lo vedo come uno strumento, un bellissimo strumento con cui su Componidori benedice la folla non saprei dirti perché su Componidori dà la benedizione, ma so che ha un grande valore per me e per tanti oristanesi, ha un bellissimo valore. Spiegarti quale sia è veramente complicato ma è la benedizione de su Componidori! Solo un oristanese appassionato e amante della figura de su Componidori può capire di cosa stiamo parlando, per la comunità oristanese è tanto, è proprio tanto!” 114 “Te lo dico da ateo quale io sono, purtroppo dico, purtroppo sono ateo... però a me commuove sempre, mi colpisce assolutamente, a parte che a me colpisce la figura de su Componidori che secondo me è fantastica! ma te lo dice uno che è innamorato di questa follia, di questo gioco molto serio, io amo chiamarlo così, la Sartiglia. Però la figura de su Componidori è qualcosa di fantastico, poi quando lo vedo con uno scettro in mano che benedice, sai... che sia una cosa religiosa o meno, è sempre una benedizione, ti sta augurando qualcosa di buono, ma ben venga! C’è tanto bisogno di queste cose, quindi a me colpisce molto” 115 L’indefinitezza di questa figura, che in passato era avvertita con ulteriore enfasi poiché nessuno, a parte il Presidente e il Gremio conosceva l’identità del Cavaliere prescelto a interpretare questo ruolo oggi persiste 116 117 , nonostante a tutti sia noto 114 Intervista a M.A.D. Del 13/03/2017 115 Intervista a G.V. Del 01/02/2017 116 Il giorno della Candelora 2 febbraio, i Presidenti dei Gremi si recavano, solitamente in tarda serata lon- tano da occhi indiscreti, a casa del Cavaliere prescelto per interpretare il ruolo di Componidori, nem- meno quest’ultimo sapeva che sarebbe stato scelto. Il Presidente chiedeva quindi il “favore” di fare da Componidori in nome di San Giovanni (per i Contadini) o di San Giuseppe (per i Falegnami). Questa pratica, “segreta” rimase attiva fino a circa gli anni ‘60 del 1900. Da quel momento tra i due uomini si stringeva un rapporto di profondo rispetto e affetto, [Il Presidente per su Componidori è quasi come un Padrino, è un legame profondo (intervista a G.V. del 18/06/2017)]. Intervista a S.F. Del 27/09/2017 “Io l’ho fatto nel ‘74 e nel ‘75, [su Componidori ndr] però invitati dai Pre- sidenti a casa, m’adi pagau sa bardadura, sa ferradura e un quintalli e fae m’ada arregallau. Invece immoi deppisi pagai, t’indeppidasa po’ fai su Componidori” Trad. Lett.: Mi ha preso la bardatura, la ferratura e un quintale di fave, [per il cavallo ndr] invece adesso devi pagare, ti indebiti per fare su Componidori. 117 Intervista a A.D.C. Del 20/02/2014 “Di nascosto il Presidente che doveva essere investito il giorno dopo quindi il 23 giugno del 1972 venne di notte a casa mia, io mi vedo questo mio compare con questo si- gnore che non conoscevo, perché io non conoscevo il Presidente [...] è venuto in casa mia di notte, alle dieci di notte io mi vedo questi due signori, li faccio accomodare, un caffè una cosa, e questo incomin-
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