Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

90 monumento, il secondo è più tecnico con le varie misurazioni che fungono da guida per la realizzazione del plastico. Entrambi i disegni servono da amorevole ispirazione e pungolo necessario al grande impegno di tempo, dedizione e lavoro fisico che occorre per compiere la terza ed ultima tappa. Stiamo ovviamente riferendoci alla costruzione fisica e tridimensionale del plastico storico che riproduce in scala ridotta la totalità del monumento prescelto o eventualmente una parte di esso. Tale realizzazione impone la perfetta conoscenza di moltissimi materiali, alcuni reperibili nell’ambiente naturale quali pietre, legni, piante vegetali e muschi che possono essere raccolti solo in determinati periodi dell’anno, o in specifiche zone dove sono presenti. Altri materiali provengono invece dal settore commerciale quali colle, stucchi, polveri e colori che occorrono per unire i vari prodotti naturali e amalgamarli così in un risultato finale che si avvicini il più possibile alla realtà. In questo modo le conoscenze in cam- po storico, architettonico, artistico e ma- nuale del Prof. Schirru si fondono insie- me per far nascere unplastico ricostruttivo che ha molteplici finalità. Ci onoriamo di menzionare la figura del compianto Dott. Rafael Conde y Delgado de Molina, di- rettore dell’Archivio della Corona d’Ara- gona, il quale ammirando il plastico di Portixedda e complimentandosi per la splendida opera, riportava il fatto che tan- te persone ritengono erroneamente che siano solamente dei giocattoli, mentre sono dei veri strumenti utili alla ricerca scientifica e alla comprensione delle vi- cende storiche. Concordiamo pienamen- te con il pensiero espresso dal Dott. Conde, sottolineando che spesso i ricer- catori e gli studiosi sono specialisti solo in determinati campi, ma non possiedono una preparazione altrettanto profonda in altri. Raramente uno specialista in docu- menti d’archivio sarà altrettanto esperto in materie architettoniche, militari o am- bientali, così come altrettanto raramente un ingegnere potrà essere un esperto nella lettura di manoscritti del XIII secolo. I plastici così come altre tipologie ri- costruttive diventano pertanto un valido strumento di collegamento tra le varie discipline umanistiche e scientifiche, ma soprattutto costituiscono un agile meto- do di divulgazione per il vasto pubblico che può conoscere in maniera assoluta- mente piacevole i più svariati avvenimen- ti storici. In particolar modo un plastico per- mette un viaggio immaginario a ritroso nel tempo. Grazie ad esso possiamo vede- re tra le merlature della torre di San Filippo la figura di Mariano II che ammi- ra soddisfatto la forza delle sue mura, o immaginare Mariano IV che, nell’attra- versare al galoppo la Porta a Mari, incita l’esercito arborense a battersi contro gli assedianti aragonesi. Come non compiangere gli ambascia- tori francesi del duca d’Anjou bloccati sotto il solleone nella Porta Ponti , o nota- re la figura della Giudicessa Eleonora che passeggia nel giardino della reggia al tra- monto di una sera d’estate. Un viaggio immaginario dunque, per alcuni solo una effimera fantasia, ma per coloro che si oc- cupano della propria storia e la amano, diventa un passo fondamentale per ritro- vare le proprie radici e preservare la me- moria della città di Oristano.

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