Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano
83 dei parziali lavori di restauro alla torre di San Cristoforo e alla Porta aMari . L’inizio dell’Ottocento segna il punto di non ritorno per le mura cittadine. Ormai la popolazione le vede come un inutile in- gombro dal quale si può ricavare solamente del materiale da costruzione, e in tale com- pito si distingue il cittadino oristanese Peppico Aresti, che viene segnalato all’In- tendenza Generale nel 1803 per l’abitudine di levare la terra dalle fondamenta dei tratti murari, causarne il crollo e rivendere così le macerie come materiale da costruzione. Medesima operazione che viene imputata ad unmonastero cittadino che la esegue nei terreni di sua proprietà. Il giorno 8 febbraio 1815 viene segnalato il crollo dell’arco di Portixedda a causa delle forti piogge, 75 arco che permane nelle condizioni di rudere sino al suo completo abbattimento decreta- to il 18 settembre 1862. L’utilizzo del materiale contestato al po- vero Peppico , viene invece autorizzato dal Consiglio Civico tra il 1814 e il 1826, e pre- vede la posa in opera di pietre appartenenti alle mura per il selciamento delle strade ur- bane: tale operazione viene giustificata dal fatto che non è possibile reperire gli usuali ciottoli provenienti da Santa Caterina di Pittinurri. Sempre nel 1826 viene stabilita la necessità di aprire un nuovo varco per il transito di carri nel locale detto di SanMau- ro, in modo da non disturbare i lavori di la- stricato della Porta Grande. 76 Ma il vero colpo di grazia alla cinta muraria superstite viene sancito dalla costruzione del nuovo cimitero cittadino: progettato nel 1835 per volontà dell’arcivescovo arborense Monsi- gnor Bua in conseguenza del divieto di tu- 75 Cfr. ivi, Sezione Antica, Copialettere , fasc. n.506, c.6r. 76 Cfr. ASCO, Sezione antica, Copialettere , fasc. n.507, c.15; 77 Cfr. ivi, Sezione Antica, Copialettere , fasc. n. 497, cc.31-32,cc.45-46; fasc. n.513, c.32. mulazione dei defunti nei pressi o all’inter- no delle chiese cittadine, e ultimato ufficialmente il 26 giugno 1838 con la ceri- monia di benedizione. 77 L’arcivescovo sceglie quale sito per la co- struzione della moderna struttura la località denominata cuccuru de Santu Perdu appar- tenente alla Curia Arcivescovile, ma il mate- riale da costruzione per il recinto e per le cappelle verrà prelevato dalle mura medie- vali, in reciproco accordo tra l’amministra- zione comunale e la curia stessa. Dal 1837 innumerevoli carri di pietre vengono prelevati dal cortile di Portixedda , A sinistra Figura 58. Oristano, fronte palazzo di città. In alto Figura 59. Stella della Sartiglia con cannetta
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