Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

80 formatosi, ma anche in questo caso nessun ripristino viene autorizzato. Dopo una decina di anni passati a subire l’invasione dei francesi, delle cavallette e delle ondate di carestia, la città si avvia verso una piccola ripresa sino a quando dalla villa di Uras arriva sciaguratamente il contagio di un’epidemia di peste. 68 Nonostante tutti gli sforzi intrapresi per contenerne la diffusione, tra il giugno 1652 e il marzo 1653 più di duemila abitanti tra la città e i borghi perdono la vita. Bisogna attendere il 1686 quando il frate cappuccino Jorge Aleo descrive la città, fornendo informazioni ambientali, economiche e urbanistiche. In pochi brevi passaggi dipinge un territorio ricco di grano, legumi, frutta, vino e di ogni altro genere di sostentamento per gli abitanti. La città è una delle più ricche dell’isolagraziealsuoportoeall’esportazione di prodotti ittici freschi e salati che provengono da inesauribili peschiere. 69 Descrive così una cittadina benestante, circondata da mura e torri di antica costruzione, ma prive di baluardi e artiglieria, dove non vi sono edifici di grande pregio architettonico perché bassi in altezza ma molto comodi all’interno. Avendo citato questo particolare, presumibilmente il frate conosce la realtà oristanese che si sta riprendendo economicamente, ma non possiede un potenziale demografico tale da consentirgli uno sviluppo urbanistico. In questo lasso di tempo, ogni qual volta si ricevono notizie sull’approssimarsi della flotta francese, vengono rinnovate allarmanti richieste per ripristinare le mura, fortificare il ponte sul Tirso con postazioni 68 Cfr Piras V., Il Llibre de Conçelleria del 1652-1653: la peste a Oristano , a cura di A. Casula, in Bollettino Archivio Storico Comune Oristano, Anno VI, n.7,Grafica del Parteolla, giugno 2012. 69 Cfr. Aleo J., Storia cronologica del Regno di Sardegna dal 1637 al 1672 , a cura di F. Manconi, Illisso, Nuoro 1998, cap. IV, pp.66-68. 70 Cfr. ASCO, Sezione Antica, Libro di Consiglieria , n.386, c54r. di artiglieria e costruire una torre sulla sua foce per impedire lo sbarco in tranquillità dei nemici, ma il viceré puntualmente non autorizza o rinvia la richiesta a Barcellona. Risulta prova evidente la lettera redatta dal ConsiglioCivico nel 1701, contenente varie instruciones da consegnare direttamente nelle mani de su Magestad tramite il procuratore Sisinnio Antonio Masala. In tale missiva si fa espresso riferimento alla cinta muraria cittadina che risulta ormai diroccata in molti punti, tanto da permettere un traffico ordinario di gente a piedi e a cavallo, e come se non bastasse i carri possonopassareconassolutacomodità. Questa situazione risulta particolarmente grave perché essendo Oristano como frontera a la Africa, è impossibile impedire anche la più piccola invasione di nemici. 70 In seguito alla guerra di Successione Spagnola, il Regno di Sardegna con i trattati di Londra e dell’Aia passa sotto il dominio di Vittorio Amedeo II di Savoia nell’agosto del 1720, determinando così un nuovo ciclo nella storia dell’isola. Il nuovo sovrano si impegna a rispettare le consuetudini dell’antico regno assicurandosi una successione senza particolari scossoni. Le novità avvengono gradualmente nell’adattare leggi e normative in campo amministrativo, giudiziario, militare, commerciale, monetario, pesi e misure etc. Si introduce la nuova lingua di stato ovvero l’italiano, grazie all’utilizzo del doppio linguaggio spagnolo-italiano nei pregoni e nei documenti. Nulla cambia nello svolgimento delle feste tradizionali: infatti ad Oristano nel lu-

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