Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano
79 Figura 57. Scavo archeologico Piazza Manno Torre San Filippo inoltre, devono ripristinare le strutture civi- che come l’ospedale annesso alla chiesa di Sant’Antonio che risulta tot destruits. 66 Nel settembre 1638, Don Angel de Moncada presenta le suppliche per i lavori del parlamento dove evidenzia i danni che ha subito Oristano a causa dei francesi. La città esta acabada e non ha più la forma di un centro abitato, il suo tessuto economico non esiste più perché tots las aziendas sono state distrutte. Vista l’amara esperienza vis- suta, tra le prime richieste è presente la co- struzione di una torre sulla foce del Tirso, affinché il nemico non possa più sbarcare indisturbato. La città propone di pagare a proprie spese il materiale da costruzione e la manodopera, dalle rendite del marchesa- to invece dovrebbero provenire il salario del capomastro, la dotazione di artiglieria e il mantenimento dei soldati di guardia, ma tale opera difensiva non verrà mai autorizzata. Nel 1640 viene registrata la multa estrema necesitat per la perdita di tutti i raccolti in tre anni consecutivi a causa delle cavallette. Durante il parlamento Avellano (1641-1643) una lunga descrizione in 57 punti spiega dettagliatamente la situazione disastrosa in cui si trovano le strade e i ponti, le rovine in cui si trovano le mura, il carcere, le chiese e i monasteri a causa dell’invasione. Lo stato di indigenza a causa della carestia grava su di una popolazione ormai ridottissima, il blocco dei commerci non consente la ripresa economica. I francesi hanno distrutto i vicini villaggi di Nuraxinieddu, Nuracraba, Donigala Fenughedu e Solanas, ma anche altri villaggi come San Vero Congius, Simaxis, Palmas e 66 Cfr. ASCO, Sezione Antica, Libro di Consiglieria , n.334, c28 v . 67 Cfr. G. Murgia, Il Parlamento del vicerè don Fabrizio Doria duca d’Avellano (1641-1643) , Consiglio Regionale della Sardegna, Cagliari 2006, vol. III, pp. 1388-1443. Zerfaliu ormai contano solo 11 fuochi fiscali, così come Cabras e Riola. Occorre un sostegno in grano per la popolazione, sgravi fiscali per il commercio e le tasse, punizioni per gli ufficiali e gli amministratori che impongono inique sanzioni nei confronti della povera gente: un quadro desolante al quale il viceré non pone rimedio, preferendo un generico rinvio delle richieste alla persona di sua maestà. 67 Nel 1645 una torretta della cinta muraria cade rovinosamente: l’apertura risulta così ampia che due carri affiancati possono entrare tranquillamente nel varco
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