Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano
78 fanno strage. I francesi superstiti, abbando- nando il bottino, artiglierie ed equipaggia- menti [ Fig.55 ], volgono in fuga precipitosa- mente verso Torre Grande, per reimbarcarsi e abbandonare definitivamente il golfo di Oristano il giorno successivo. Da quel mo- mento la città ricorda il favore concesso dal santo in una messa solenne, celebrata nella cattedrale di Santa Maria, 65 e in una proces- sione dove vengono impiegati gli stendardi dell’Harcourt conquistati durante la batta- glia [fig.55 A]. A tal proposito ipotizziamo che l’incen- dio delle strutture lignee sia la causa origina- ria dell’indebolimento della torre di San Filippo che ne ha determinato il successivo crollo. Le fotografie storiche pervenute mo- strano il punto di cedimento a livello del primo piano [ Fig.56 ], dove originariamente principiavano le travi di sostegno, la pavi- mentazione lignea e la scala che permetteva l’accesso ai piani superiori della struttura, punto probabile di innesco per le fiamme che vennero appiccate dai soldati francesi. Nel corso della campagna di scavi por- 65 Sulla lunga e consolidata tradizione della festività religiosa celebrata in onore di Sant’Alessandro a spese del Consiglio Civico vedasi la lettera inviata al viceré Balliano nel febbraio 1793, periodo nel quale la città di Cagliari si trova asse- diata e bombardata da una flotta francese. Cfr. ASCO, Sezione Antica , Libro di Consiglieria, n.470, c.27 v . tata avanti dall’Amministrazione Comunale nell’anno 2002, sono riemersi gli importanti resti della torre al di sotto della pavimenta- zione della Piazza Manno. Nessun segno di incendio o di altro danno è evidente nei bloc- chi esterni di arenaria o nelle murature interne a sacco, che si presentano invece in ottime con- dizioni lungo una profondità accertata di 4 metri al di sotto del piano di calpestio attuale. Si attende un ulteriore campagna di scavo che possa riscoprire totalmente questa importantissima testimonianza del passato, e il conseguente progetto di recu- pero che possa permetterne la fruizione al pubblico [ Fig.57 ]. Nei giorni successivi alla partenza della flotta francese, la città di Oristano inizia a fare l’elenco dei danni subiti nell’invasione. L’immagine che colpisce maggiormente i contemporanei è quella delle devastazioni negli edifici religiosi e dei sacrilegi compiuti nei confronti delle statue e degli altari. Naturalmente tali atti vengono imputati ai soldati ugonotti che rompieron y robaron tutti gli oggetti di valore, compiendo unmi- sfatto inaudito perché atrevieron a desnu- dar la imagen de Nuestra Se ñ ora de la Anunciada . Gli abitanti al rientro in città vengono presi dalla disperazione per il modo in cui trovano ridotte le loro abitazio- ni, rendendosi conto di aver perso tutti i loro averi e i mezzi di sostentamento. I con- siglieri civici si trovano di fronte a un lavoro imponente perché la necessidad mucha es grande a causa della mancanza di grano e Figura 56. Oristano, Castello San Filippo fronte cedimento
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