Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

73 l’incubo permanente delle popolazioni cristiane litoranee. 56 La villa di Cabras subisce tali incursioni tra 1509 e il 1515, i miliziani di Oristano bloccano un tentavo di invasione della città nel 1520, Terralba e Uras verranno saccheggiate ripetutamente tra il 1525 e il 1527. Il grande imperatore Carlo V prepara una poderosa flotta volta a far cessare tali incursioni, sbarca a Cagliari il 12 giugno 1535 per ripartire e portare a termine la conquista della Goletta e di Tunisi. Nonostante il successo dell’impresa le incursioni barbaresche non vengono bloccate e la Sardegna diventa la prima linea di un conflitto espansionistico ammantato da contorni religiosi. La notizia di una sua possibile invasione induce l’imperatore ad inviare l’ingegneremilitareRoccoCapellino per procedere al riordino delle piazzeforti presenti nell’isola. Un disegno del 1557 rappresentailprogettodiammodernamento ideato dal Capellino per la città di Oristano [ Fig.54 ]. La forma della città è rappresentata solamente lungo il suo tracciato murario medievale, dove si contano la torre di San Cristoforo, la torre di San Filippo con l’annesso castello, la Porta a Mari e 24 torrette disposte a intervalli regolari. Per questa situazione specifica l’ingegnere disegna sette nuovi baluardi pentagonali e segnala un ostacolo naturale nel fiume che scorre vicino alla chiesa di San Sebastiano. La relazione allegata al progetto descrive la città come luogo di pianura, dove si può mettere la fortezza in perfetto stato con tutte le opere necessarie. Ai suoi occhi appare un locco roienatto, de molte habitazione que he paese grosso , ma la sua 56 Cfr. Loddo Canepa F., La Sardegna dal 1478 al 1720 , a cura di G. Todde, G. Olla Repetto, Edizioni Galizzi 1986, Tomo I, pp.72-91. 57 Cfr. Archivio Storico Comune di Oristano (d’ora in poi ASCO), Atti Parlamentari , fasc.20, c30r. 58 Cfr. ivi, Sezione Antica, Libro di Consiglieria ,. n.284, cc.37 r -38 r . vera forza risiede yn la gente de cavallo e da questa li ynimici ne patiriano ; ma tale progetto non verrà mai eseguito e la cinta muraria continuerà a versare in pessimo stato. 57 Filippo II, diventato sovrano dei domini spagnoli, italiani e coloniali dopo l’abdicazione del padre, continua a portare avanti il conflitto o santa cruzada contra los infieles, e nel 1563 invia in Sardegna l’ingegnere Jacopo Palearo Fratino per proseguire l’opera di fortificazione. La battaglia navale combattuta al largo della baia di Lepanto il 7 ottobre 1571, con- segna al sovrano iberico e alla Lega Santa uno straordinario successomilitare e media- tico, ma purtroppo dal brevissimo esito po- litico. La minaccia di invasione persiste e il 6 dicembre 1571 il notaio Pintolino redige un documento per i consiglieri della città di Oristano che contiene un preciso preventi- vo di spesa per riparare le mura, i ponti e le strade cittadine che versano in pessime con- dizioni. Il notaio annota che le muraglie sono composte da 28 torrette e da altrettan- ti tratti di mura, evidentemente il Capellino ne aveva omessa qualcuna ritenendola non necessaria, e sottolinea che occorre la som- ma di 2640 lire per evitare che dites moral- les, no vingan del tot a caure. 58 In base a tale preventivo, alla città viene assegnata la som- ma di 700 ducati da parte del Parlamento. In una lettera redatta dal viceré de Moncada nel 1580, si comunica al sovrano Filippo II il ripristino delle mura e la sistemazione di una torre, verosimilmente quella di Portixedda , che subisce una profonda trasformazione della sua foggia medievale per adattarla all’utilizzo delle

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