Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

61 sorte Donna Quirica Deiana, la quale pre- vede il lascito al convento dei Frati Minori di San Francesco del salto di Margianitu sito nella strada di San Vero Milis, nel mo- mento in cui il suo corpo verrà sepolto in quella chiesa. Risulta pertanto logico e na- turale la riunione dei due nobili consorti nello stesso luogo di sepoltura. 48 Gli succede il figlio primogenito Antonio: nasce ad Oristano nel 1396 e vie- ne inviato a Barcellona in giovane età per ricevere un’educazione di corte, diventan- do così uno dei compagni del futuro Alfonso V il Magnanimo. Si guadagna la fama di abile e valente cavaliere segnalan- dosi in un torneo indetto proprio dal so- vrano nel 1424. Sposa la nobile catalana Eleonora Foch de Cardona e rientra in Sardegna nel 1427 dopo l’investitura mar- chionale. Nella sua attività di governo so- stiene Alfonso V in molteplici occasioni, tra le quali l’invio di vettovagliamenti e aiuti militari nella spedizione militare con- tro Tunisi del 1432. 49 Porta avanti la guer- ra di espansione territoriale in Sardegna determinando la definitiva cacciata dei Doria, dopo aver espugnato i castelli di Monteleone e Castelgenovese. Grazie al le- game personale con il sovrano, richiede la convocazione dello stamento militare sar- do per bloccare le vessazioni di alcuni uffi- ciali regi che stanno esasperando al limite i suoi sudditi, guadagnandosi così il loro ri- spetto e riconoscenza. Muore nel 1457 senza eredi, ma lascia quale simbolo della sua esistenza la campa- na che si trova tutt’oggi nella torre di San Cristoforo [ Fig.41 ]. Il marchese Antonio Cubello stabili- 48 Cfr. Archivio Convento San Francesco Oristano, Campion del conbento de San Fran.co de menores claustrales desta ciudad de Oristan, c1r. 49 Cfr. Tangheroni M, «Il Mediterraneo bassomedievale» , pp.480-481, in Storia Medievale , Donzelli, Roma 2003. sce dei lavori di ammodernamento alla struttura difensiva intorno al 1430, e commissiona al maestro fonditore Bernardo Guardia la realizzazione di una campana civica che dovrà essere posizio- nata sotto l’arco del sopralzo. Il particola- re più significativo dell’opera bronzea consiste nelle 24 invocazioni mariane ri- portate sulla superficie, probabilmente per porre sotto l’alto patronato della Vergine una città che viene colpita ormai ciclicamente dalla peste e dalla carestia. La torre viene interessata da una modifica tramite una torretta superiore con merla- tura “a pettine”, che porta il corpo di fab- Figura 41. Oristano, campana della Torre di San Cristoforo

RkJQdWJsaXNoZXIy MjA4MDQ=