Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano
60 con la vendita ad Alfonso V dei diritti no- minali sullo stesso per 100.000 fiorini d’o- ro che effettivamente non gli saranno mai versati. Per ironia della sorte Guglielmo morirà nell’agosto 1424 combattendo al servizio del re di Francia contro gli ingle- si, 47 in una località chiamata Charnelles ovvero il carnaio o mattatoio: l’identico macabro nominativo del colle dove quin- dici anni prima le truppe arborensi aveva- no incontrato il loro triste destino. In modo prettamente commerciale si chiude l’esistenza del Giudicato d’Arborea, l’ultimo dei quattro regni autoctoni e so- vrani della Sardegna. Il territorio e la sua capitale non sono mai stati presi con la for- za, nessun nemico ha potuto gloriarsi della conquista delle alte mura e delle torri ori- stanesi, molto più semplicemente nel cor- so del tempo sono venuti a mancare i sim- boli che l’hanno creata e resa potente. Spesso tra le pagine riservate a questo spe- cifico episodio si leggono le parole “tradi- mento, fine ingloriosa, disastro del popolo sardo, etc”, ma in maniera più asettica e meno passionale riteniamo opportuno ri- levare che una volta che sono venuti a mancare i legami con gli esponenti diretti della famiglia giudicale, è comprensibile il cambiamento operato dal Cubello e dai maggiorenti della società arborense. L’esito della guerra è ormai compro- messo, la peste ha decimato la popolazione e distrutto l’economia, quindi un cambio di governo è ritenuto accettabile per evita- re la catastrofe totale. In fin dei conti passa- re dall’amministrazione di un Giudice a quella di un Marchese non costituisce uno stravolgimento così grande per il popolo 47 Meglio conosciuta come battaglia di Verneuil, venne combattuta a tre Km di distanza dalla cittadina di Verneuil sur Avre (Normandia) presso il castello di Charnelles. Al termine della battaglia le truppe inglesi avendo riconosciuto le spoglie di Gugliemo III ne decapitarono il corpo e misero la testa sopra un alta picca per essere in piena vista. Cfr. Tuetey A., Journal d’un bourgeois de Paris , 1409-1445, Champion, Paris 1881, p.199. arborense: il re d’Aragona è molto lontano dalle paludi di Oristano, il suo governo si fa sentire effettivamente solo quando si tratta di versare tributi, pertanto il norma- le corso della vita può essere ripreso più o meno serenamente. La figura di Leonardo Cubello può es- sere equiparata a quella di un qualsiasi feudatario della sua epoca che posto nelle giuste condizioni politiche si avvantaggia della situazione; pertanto non deve susci- tare scalpore se il primo marchese di Oristano non viene contrastato ma soste- nuto dalla popolazione. Come parente della famiglia giudicale possiede un curri- culum di tutto rispetto, avendo ricoperto i ruoli di podestà di Oristano, reggente del Giudicato d’Arborea, Signore dell’Arbo- rea e rappresentante nelle trattative con il Torrellas; pertanto è comprensibile che la comunità arborense preferisca un feuda- tario oristanese ad un visconte francese o ad un viceré aragonese. In questa nuova veste Leonardo inizia la breve parentesi dei marchesi di Oristano, dal 1411 appog- gia con notevoli aiuti finanziari e militari gli aragonesi impegnati nella lotta contro il Visconte di Narbona e si adopera per la risistemazione della città colpita da succes- sive ondate di peste. In qualità di marche- se si comporta inequivocabilmente da fe- dele vassallo della Corona d’Aragona, ma rimane comunque legato alle antiche con- suetudini giudicali che ha ereditato, ve- nendo verosimilmente sepolto presso la chiesa di San Francesco in seguito alla sua scomparsa avvenuta nel 1427. Possiamo esprimere tale considerazio- ne grazie al testamento della vedova con-
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