Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

59 gli inglesi, ma si comporta come un feuda- tario impegnato in una guerra di confine per estendere i suoi domini. Non conosce l’ambiente politico e il tessuto sociale nel quale si muove, ma soprattutto ignora le tattiche di combattimento dell’esercito giudicale. Questo porta all’immane disastro del 30 giugno 1409 sul campo di battaglia di Sanluri: l’esercito arborense guidato da Gugliemo III si scontra con l’armata cata- lano- aragonese condotta da Martino I di Sicilia. Dopo un acceso e prolungato com- battimento l’esercito arborense viene spez- zato in due tronconi: una parte si fram- menta ulteriormente in due sezioni: la prima condotta da Guglielmo III si rifugia nel castello di Monreale, mentre la seconda sezione si dirige al castello di Sanluri per venire successivamente annientata insieme alla guarnigione del baluardo. Il secondo troncone arborense viene spinto nella valle di Furtei, bloccato dal rio Flumini Mannu e definitivamente massacrato in un colle che verrà ribattezzato s’Occidroxiu- il mat- tatoio. 45 Guglielmo III si dirige a Oristano, vi trova un clima ostile ed è costretto a rifu- giarsi prima nel castello di Sassari e poi a reimbarcarsi per la Francia. La vittoria di Martino I viene offuscata dalla sua morte avvenuta il 25 luglio 1409 a causa di febbri malariche, probabilmente contratte nella piana di Sanluri. Questo av- venimento scombina i piani degli aragone- si che sono costretti ad agire in maniera af- frettata. Il 17 agosto quattrocento cavalieri guidati dai fratelli Juan e Pedro de Moncada intraprendono una temeraria 45 Per un approfondimento si rimanda a Conde y Delgado De Molina R., La batalla de Sent Luri , a cura di ISTAR, S’Alvure, Oristano 1998. 46 Cfr Zurita y Castro J., Anales de la Corona de Aragòn , a cura di A. Canelles Lopez, Istitucion Fernando el Catolico, 2003., Lib. X, cap.LXXXVIII. sortita ad Oristano, ma vengono fermati presso un non meglio precisato “passo” dalle truppe arborensi; i Moncada si trova- no presto in pessimi frangenti quando in- terviene a salvarli il luogotenente generale del regno Pedro de Torrellas. 46 Nel mese di settembre Oristano viene sottoposta ad assedio da parte del Torrellas, che deve però desistere a causa del caldo terribile e di un epidemia di peste. L’assedio viene reiterato nel mese di gennaio 1410 in condizioni climatiche più favorevoli, ma anche in questo caso non sortisce effetti militari diretti. Intense trattative tra Pedro Torrellas e Leonardo Cubello porteranno alla compravendita del titolo di Giudice d’Arborea per 30.000 fiorini d’oro e un censo annuo di 800 fiorini da parte del Cubello, che diventa così marchese di Oristano e conte del Goceano il 14 marzo 1410. Pochi giorni più tardi, il 29 di marzo presso il convento di San Martino extra muros [ Fig.40 ], verrà siglata la cosiddetta pace di San Martino, che sancisce di fatto la fine del Giudicato d’Arborea attraverso la nomina marchionale, l’amnistia per le truppe seguaci del Cubello, il rispettivo scambio di prigionieri e l’infeudazione a Giovanni Deiana, suocero di Leonardo, del Mandrolisai e della Barbagia di Ollolai. In questo periodo Guglielmo III di Narbona è costretto ad assistere senza al- cun risultato tangibile: ritornato in Sardegna nel 1410 permane a Sassari sino al 1412 vedendo fallire i suoi reiterati ten- tativi di conquista. Per il visconte di Narbona l’affaire Giudicato d’Arborea si conclude nel 1420

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