Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

47 Figura 33. Oristano, chiesa di San Francesco , Cristo di Nicodemo Croce e del San Nicola di Myra continua- no ad essere trasmessi e festeggiati, ma ac- canto ad essi si affianca il ben più rilevante culto del SS. Crocefisso. Introdotta e vo- luta fortemente da San Francesco in per- sona, la figura dolorosa del Cristo sulla croce assume un’importanza spirituale ed artistica straordinaria, che si tradurrà visi- vamente in città con la presenza del tre- centesco Cristo di Nicodemo [ Fig.33 ]. La costruzione del convento di San Francesco si effettua verosimilmente nell’arco di una decina d’anni, quindi affi- dandoci alla data di consacrazione si torna a ritroso verso il periodo che vede Mariano II impegnato nell’espandere al massimo i confini territoriali dei suoi domini. Appare logico e naturale, pur non essendo pervenuto al momento nessun documen- to che lo attesti, che tale edificazione sia stata accordata e sostenuta dal Giudice in persona, che sicuramente conosce il nuovo ordine conventuale grazie alla sua fre- quentazione della Toscana, e intuisce la forza e l’entusiasmo che crea il nuovo mes- saggio francescano. In conclusione del percorso che abbia- mo compiuto sulla figura di questo sovra- no arborense, formuliamo un’ultima ri- flessione sulla sua persona e ci poniamo un interrogativo. Se Mariano II ha costru- ito mura e fortificazioni, progettato la nuova città in tutti i suoi aspetti, l’ha resa importante e rinomata in tutto il bacino del Mediterraneo occidentale, plasmata come centro delle vicende politiche in Sardegna e in parte della penisola italiana, ed infine consacrata nel suo spirito al cul- to mariano e francescano: non sarebbe opportuno affermare in tutta franchezza che quest’uomo, questo Giudice d’Arbo- rea, sia stato in effetti il vero padre della Oristano che è nata, cresciuta e giunta sino ai nostri giorni?

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