Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

37 Sud, due porte minori in direzione Est- Ovest, e ben 28 torrette minori che si inne- stano ad intervalli di circa 70 metri. 26 Le mura si elevano per un’altezza compresa tra gli 8 e i 10 metri di altezza, ma non si susse- guono in maniera lineare, infatti si alterna- no seguendo le altimetrie del terreno e sfrut- tando così al meglio le opportunità tattiche che offre l’ambiente naturale. Lo stesso spessore murario si diversifica a seconda dei punti e, grazie alle porzioni di cortina so- pravvissute, possiamo notare che tale spes- sore varia da 1,60 metri nell’innesto delle mura nella torre di San Cristoforo, a 2,65 metri del trattomurario “casa Loi” [ Fig.24 ]. A questi dati si aggiungono le informa- zioni provenienti dalla cartografia stori- co-catastale, che dimostrano l’utilizzo di uno spessore murario diversificato in fun- zione di baluardo aggiuntivo nei punti più sensibili per la difesa o non raggiungibili dal tiro delle torrette. Le stesse torrette pongo- no alcuni interrogativi per la loro disposi- zione: infatti in buona parte dei casi sono site in maniera regolare, ma in altri come quelle al centro della via Solferino [ Fig.25 ] sono disposte in maniera più ravvicinata, forse a protezione di una piccola porta o po- stierla. Anche in questo caso non abbiamo notizie sulle maestranze che progettarono e realizzarono questo sistema murario. Da al- cuni confronti con le coeve fortificazioni di Iglesias e di alcune città del centro Italia come Montecchio Vesponi, Monteriggioni e Monte Colognola, si può ipotizzare l’ope- ra di costruttori locali che lavorano sotto maestranze toscane o lombarde, con riela- borazioni di modelli della penisola italiana adattate alle specifiche esigenze del luogo. 26 Risulta particolarmente efficace la descrizione che Giovanni Villani redige sullo sviluppo delle mura nella città di Fi- renze. Cfr. Lib.V, cap. VIII «Come la città di Firenze crebbe lo cerchio, prima di fossi e steccati e poi di mura» , in Nuova Cronica , a cura di G. Porta, Einaudi, Parma 1991. Anche se alcuni accorgimenti studiati per il sito oristanese ricordano soluzioni adottate da coevi baluardi degli Stati Latini d’Orien- te. Lo stesso materiale da costruzione utiliz- zato ci conferma l’intervento di muratori e scalpellini locali che conoscono sapiente- mente la materia prima e come disporla in opera. Le fondazioni sono composte di soli- dissima pietra basaltica, sopra queste si eleva una muratura a sacco con pietrame e malta di calce, rifinita con un rivestimento esterno in conci di pietra arenaria locale. A questo si sommano parti murarie più elevate dove si inseriscono laterizi e intonaci così come ri- levabile dalle foto storiche [ Fig.26 ]. Sempre nel laterizio prodotto dalla grande espe- rienza dei figoli oristanesi vengono costrui- te le scale di accesso al primo piano delle torrette, mentre per i piani superiori, delle robuste travi e scale lignee sono alloggiate in apposite buche pontaie ricavate nella muratura [ Fig.27 ]. Progetti e materiali che richiedono un lungo lavoro di realizzazione, svoltosi vero- similmente, nell’arco di un quinquennio con grande profusione di risorse finanzia- rie e umane per poter consegnare alla città un sistema di protezione adeguato alle esi- genze dei tempi. Quale punto di partenza di un ipotetico percorso murario e bigliet- to da visita per esibire il suo potere, Mariano II sceglie il centro di contatto dell’antica viabilità romana, ovvero il nu- cleo di quella che attualmente conosciamo come piazza Manno. Secondo l’epigrafe commemorativa che recita: « PORTE PUBBLICAE HUIUS MURI FACTUS FUITHANCTURREMETFABRICAM MURI », il complesso difensivo viene

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