Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

34 trappola letale per i fanti e i balestrieri ne- mici che, rimanendo immobilizzati tra ac- qua e fango, diventano un facile bersaglio per i difensori oristanesi. Non conosciamo il nome dell’ingegnere che ha progettato tale sistema di protezione passiva delle mura, ma sicuramente si tratta di un professionista molto esperto al quale vanno riconosciuti i giusti meriti per la sua opera: infatti nessuno dei tre assedi portati alla città durante il Medioevo ha avuto esito favorevole. Oristano non è stata mai espu- gnata dagli eserciti invasori che attraversaro- no il suo territorio e per uno di essi si verifi- carono eventi tragici e devastanti. 23 Cfr. Sanchez Martinez M., «Las cortes de Cataluña en la financiacion de la guerra de Arborea (segunda mitad del siglo XIV)» in La corona catalanoaragonesa y el seu entorn mediterrani a la baixa edat mitjana , CSIC, Barcelona 2005, p.372. 24 Su tale avvenimento sono tuttora in corso specifiche ricerche archivistiche e studi di approfondimento. Allo stato attuale risulta accertata la presenza di Don Pedro de Luna nella città di Alghero il giorno 31 maggio 1368. Mentre le disposizioni del mese di Luglio emanate da Pietro IV ad Asberto Zatrillas governatore di Cagliari sullo scambio di prigionieri, ad Olfo da Proxida governatore di Alghero per l’invio di rifornimenti, a Berenguer Carroz perché assuma la guida della città di Sassari in gravissimo stato di pericolo, unitamente alla convocazione delle Corti del 1 agosto con le richieste di finanziamento per una nuova spedizione in Sardegna volta a stroncare la rivolta, collocano verosimilmente l’assedio di Oristano e la morte in battaglia di Don Pedro de Luna nell’ultima decade di giugno 1368. 25 Cfr. Zurita y Castro J., Anales de la Corona de Aragòn , a cura di A. Canelles Lopez, Istitucion Fernando el Catolico, 2003 Lib. IX, cap. LIII. Il riferimento è indirizzato alla spedizio- ne di un’armata catalano-aragonese compo- sta da 600 cavalieri e 1500 uomini d’arme al comando di Don Pedro de Luna, luogote- nente e capitano generale del regno di Sardegna. Una temibile forza d’assalto com- posta da professionisti della guerra che giunge sotto le mura d’Oristano nel mese di giugno 1368, 23 con l’unico obiettivo di spezzare definitivamente la ribellione del Giudice Mariano IV. Dopo alcune settima- ne d’inutile assedio l’intera armata, circon- data da un abile manovra da parte delle truppe arborensi provenienti da Sud al co- mando di Ugone III e da quelle fuoriuscite dalla città guidate da Mariano IV, viene di- strutta completamente tra le paludi di Santa Giusta e la fitta foresta di Sant’Anna. Buona parte dei nobili cavalieri catalano-aragonesi cade in combattimento, ivi compresi Don Pedro de Luna e suo fratello Felipe [ Fig.22 ], mentre chi scampa al massacro viene co- munque preso prigioniero. 24 Nessuno degli uomini d’arme catala- no-aragonesi riesce a fuggire da quello che il celebre cronista di Saragozza, Jeronimo Zurita y Castro, definì come un grandissi- mo disastro che mise gli affari sardi della co- rona d’Aragona in grandissimo pericolo, nella lunga e sanguinosa guerra contro « la mayor partes de los sardos, de que se sigueron grandes daños y malos ». 25 Figura 22. Stemma araldico famiglia De Luna

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