Le torri, le porte e le mura medievali della città di Oristano

27 Il sogno di Mariano II Quali siano le cronache veritiere e quan- te invece le notizie ideate per screditare la personalità di Mariano II, non è dato saper- lo con certezza e sicuramente approfondire tale aspetto non rientra negli obiettivi del nostro percorso. L’immagine di questo so- vrano arborense giunta sino a noi, rivela un uomo che appartiene pienamente alla sua epoca, con tutti i lati positivi e negativi che possono sussistere, anche se quest’ultimi non possono cancellare le opere che ha ef- fettivamente compiuto. Quanto alla fama di eccessiva spregiudicatezza politica, ap- pare opportuno sottolineare come nelle sue azioni sia sempre rimasto fedele alla repubblica pisana in ogni frangente, an- che quando si trattò di andare in guerra contro un familiare. Il fatto che abbia poi utilizzato gli strumenti della corruzione, della coercizione, dell’omicidio di stato e della guerra di espansione territoriale non lo rende diverso o estraneo da qualsiasi so- vrano di un grande stato nazionale, signo- re di un principato o podestà di una re- pubblica marinara dell’epoca. In quanto signore del Giudicato d’Ar- borea ha perseguito l’obiettivo di proteggere il suo territorio, ricercando potenti alleati ed espandendo i propri domini sino ad avere il controllo su buona parte dell’isola, nell’ide- ale visione di un regno di Sardegna guidato da un sovrano autoctono nel caso si fossero verificate le opportune condizioni. Ma il progetto di un regno non può essere com- pleto se non esiste un’adeguata città che possa diventare la sua capitale. Durante la sua esistenzaMariano II conquista numero- si villaggi e castelli, ne distrugge alcuni così come ne edifica altri (castello di Monreale) in perfetta sintonia con la politica di nuovo assetto dei Giudicati che si va delineando. Ma nello stesso tempo si occupa di riedifica- re alcune bellissime chiese come San Gemiliano di Samassi o di costruirne delle nuove come la celebre San Pietro di Zuri [ Fig.16 ], dove nella rossa pietra trachitica viene scolpita la sua immagine insieme a quella della consorte Anna. Mariano II, riunendo a sé la prudenza dell’uomo di governo alla risolutezza di un comandante militare, la fervida religiosità ad una fredda spietatezza politica, si immer- ge pienamente nel corso della sua esperienza umana nel profondo della cultura italiana duecentesca. Conosce troppo bene Pisa e le altre città della Toscana così ricche di mo- numenti e di splendide opere d’arte, per non avere dei termini di paragone per im- maginare, progettare e realizzare la sua nuo- va capitale. La nota disponibilità finanziaria gli permette di assumere maestranze per qualsiasi tipo di progetto, ma l’idea di una nuova Oristano all’altezza delle sue aspira- zioni ed esigenze, nasce esclusivamente dalla sua immaginazione e dalla perfetta cono- scenza del territorio. Il Giudice non ignora le difficoltà impo- ste da un ambiente naturale circondato da una triplice cornice di fiumi, paludi e stagni che rendono molto difficili le condizioni di vita per la popolazione. Nei mesi invernali sussistono costanti e gravi pericoli per lo straripamento delle vorticose acque del fiu- me Tirso o per allagamenti da parte degli affluenti vicini, mentre in estate gli abitanti e i visitatori forestieri sono vessati da esala- zioni nocive, nugoli di zanzare portatrici di febbri malariche e dal « si forte e terribil cal- do com’ha il solleone » di una Arestano resa così celebre dal duecentesco sonetto di Cenne de la Chitarra, il quale auspica la presenza della sua allegra brigata di amici in

RkJQdWJsaXNoZXIy MjA4MDQ=