in ecclesia Sancte Marie de Arestano

I lavori eseguiti probabilmente furono solo di ripristino, tanto che ancora nel 1670 l’arcivescovo Cotoner nella sua Relazione al Pontefice lamentava che l’edificio era di dimensioni ridotte, tanto da richiedere l’assegnazione di alcune rendite della Mensa arcivescovile per il suo ampliamento 48 Lavori per la costruzione di nuovi locali furono svolti dal suo successore Accorrà y Figo. Questi con atto del 22 febbraio 1695 incaricò l’architetto milanese Baldassarre Romero di completare gli alloggi del nuovo palazzo, non ancora ultimato, junt al palassi antigament plantat y fabricat . I lavori comprendevano il rafforzamento dei solai del piano inferiore, con mattoni cotti, sabbia e calce, senza utilizzare fango, nel piano rialzato dei locali, due dei quali, quelli affacciantisi verso le mura cittadine, in quadra di 25 palmi grandi per 22 di ampiezza, mentre negli altri, verso la Casa della Città, avrebbe dovuto ricavare due stanze da letto di 12 palmi grandi di lato, con i relativi despensa o sea gabineto , per un costo complessivo dei lavori pari a 400 scudi, corrispondenti a mille lire 49 (fig. 3) . 95 48 Bernardo Cotoner così lo descive nella sua relazione Ad limina del 1670: “[...] palatium quoque habet episcopale contiguum ecclesiae cathedrali non tam capacis habitationis, ad quod tamen ampliandum aliquos redditus pertinentes Mensae archiepiscopali designare decrevi, favente Deo [...]”. Cfr. Archivio Segreto Vaticano, Fondo Sacra Congregatio Concistorialis relationes , Arborea, 70 A, c. 66v. 49 Cfr. ASCa, AnsOr, notaio Melas Gregorio, vol. 373, cc. sciolte non numerate.

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