in ecclesia Sancte Marie de Arestano

intitolata a San’Andrea chiese di essere sepolto il cittadino March Antoni Casu 32 . Unico caso attestato di un altare con intitolazione diversa rispetto a quello della cappella dove era ubicato è tramandato da un atto del 1614. I canonici, dietro richiesta di Giacomo Corellas, si impegnavano a celebrare nella cappella di San Giacomo, nell’altare intitolato a Nostra Signora della Neve, una messa recitata al giorno per un anno, il lunedì per le anime del purgatorio, e i restanti giorni della settimana a discrezione del Corellas, il quale si impegnava a pagare la somma di 100 lire in quattro uguali rate trimestrali 33 . Un’ultima cappella di cui fino ad ora mancavano attestazioni documentarie è quella intitolata a San Giovanni Battista. Recentemente lo studioso Maurizio Casu, sulla base di un esame del retablo dei consiglieri eseguito nel 1565 da Antioco Manias, ha ipotizzato che proprio il Battista fosse in quell’epoca il patrono della città 34 , prima del ritrovamento - nel 1615 - delle reliquie di Sant’Archelao. Il santo Precursore doveva essere - così come ancora oggi - molto amato in città, e tenuto in grande considerazione anche dal Capitolo, tanto che nel 1620 un canonico, Pietro Spano, commissionò ad Andreu de Lastrigo, caxer genovese abitante a Cagliari, la realizzazione di un cocchio simile a quello commissionato allo stesso mastro dal reverendo Antonio Dessi, decano della diocesi di Ales, dello stesso legname e fattura, con gli ingressi laterali ad anta unica, da consegnare entro la vigilia della ricorrenza della natività del Santo acabat, dret a posar los bous y cavalls ; il costo relativamente basso e l’ipotesi di potervi 91 32 Cfr. ASCa , AnsOr, notaio Correli Giovanni Agostino, vol. 147, cc. sciolte non numerate: 1644 luglio 27, Oristano: Testamento di Joana Angiela Moni: “[...] Elegint sepultura ecclesiastica al meu cos y cadaver faedora dins la metropolitana iglesia de Arborea en lo replá de la capella del Sant Roser, volent y manant que dit mon cos sie vestit del abit del glorios Sant Francesch” . Nello stesso volume il testamento di March Antoni Casu rogato a Oristano il 23 novembre 1643: “[...] Elegint sepultura ecclesiastica al meu cos y cadaver faedora dins la metropolitana iglesia de Arborea de baix lo replá de la capella del glorios Sant Andreu , volent y manant que dit mon cos sie sepellit y enterrat ab lo abit de la venerable compañia de la Mort alias dita de la Oratio “. 33 Cfr. ASCa, AnsOr, notaio Mura Pietro Angelo, vol. 500, cc. 161r-v: 1614 aprile 3, Oristano 34 Cfr . M.C ASU , De sa cittad'e Tharros portant sa pedra a carros e ... il santo patrono? , in: Quaderni Bolotanesi, n° 33 (2007), pp. 273-278.

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