in ecclesia Sancte Marie de Arestano
Corpus ecclesiae antiquae quidem sed satis nobilis structurae; palatium quoque habet episcopale contiguum ecclesiae cathedrali non tam capacis habitationis, ad quod tamen ampliandum aliquos redditus pertinentes Mensae archiepiscopali designare decrevi, favente Deo. Corporique ecclesiae adherent duae naves, estque praefata ecclesia in forma crucis, habet aliquas capellas iniunctas; in una earum reconditum est corpus Sancti Archelai martiris huius meae dioecesis patroni decentissimo modo observatum 11 . Appare chiaro come ancora nella seconda metà del Seicento la struttura conservasse in gran parte intatto l’aspetto dell’impianto medioevale. Sita da un lato dell’abitato, in prossimità delle mura cittadine, godeva – a detta del Vico - del titolo di Metropolitana da circa 400 anni, che porterebbe a collocare la nascita della sede arcivescovile intorno alla metà del XIII secolo; tale indicazione cronologica venne desunta verosimilmente dal prelato sulla base della data indicata nei picchiotti bronzei che datano al 1228, anno in cui vennero compiuti importanti lavori nell’edificio 12 . Costruita in forma di croce latina e intitolata alla Vergine Assunta, su tre navate, per quanto antica era ancora satis nobilis structurae ; dietro l’altare maggiore trovava posto il coro con gli stalli per 16 canonici e 9 beneficiati. Nel coro trovavano posto due organi: uno grande, che nel 1670 era già in disuso, verosimilmente destinato alla “musica figurata”, e un secondo, di piccole dimensioni, utilizzato per le ufficiature quotidiane, alla cui cura era adibito un organista, ecclesiastico o laico, nominato dal Capitolo; quello maggiore, in disuso nel 1670 potrebbe identificarsi con quello commissionato all’organaro Nicolau Brancarino dallo stesso arcivescovo Vico nel 1642 13 . Nel transetto trovavano posto quattro cappelle, due a destra e altrettante nel lato sinistro; quella al lato destro erano intitolate rispettivamente al Santissimo Sacramento e al patrono della diocesi, Sant’Archelao. 85 11 Relazione dell’arcivescovo Bernardo Cotoner, non datata; nell’angolo in alto a destra della prima carta è indicato l’anno 1670. Cfr. Ivi , c. 66r-v. 12 Secondo recenti studi la sede metropolitana arborense è attestata almeno dalla fine dell’XI secolo. Cfr. M. V IDILI , Cronotassi documentata degli arcivescovi di Arborea dalla seconda metà del secolo XI al concilio di Trento , Oristano, L’Arborense, 2010, pp. 22-25. Per le note storiche sul periodo vedi l’articolo di N. Danieli nel presente volume. 13 Ringrazio il dott. Roberto Milleddu che mi ha segnalato il documento. Sull’arte organaria in Sardegna si veda dello stesso R. M ILLEDDU , Arte Organaria in Sardegna. Costruttori e strumenti fra XVI e XX secolo , in corso di stampa.
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