in ecclesia Sancte Marie de Arestano

Era il mercoledì delle ceneri. Per tendere un tranello al nemico, il Masons, insieme a Giovanni Battista Furcas, diede ordine agli ottanta cavalieri che li seguivano di dividersi in due tronconi, salire sul colle della basilica di S. Giusta e girare intorno alla chiesa tutta la sera. I francesi credettero, così, di trovarsi davanti una potenza militare notevole e issarono bandiera bianca. I due capitani sardi andarono, dunque, a parlamentare, portando con loro un interprete, Andrea Capuxedo. Sentitisi accusare dagli “ospiti” di averli maltrattati, gli oristanesi tornarono perplessi a S. Giusta. Ma con una convinzione in più: i francesi potevano esser battuti. Giovedì 26 febbraio, giorno di S. Alessandro, qualcosa successe. Ma se fino ad ora le fonti presentavano discrepanze sensibili nella ricostruzione degli eventi, è giunto il momento di trovare divergenze notevoli. I Francesi batterono in ritirata. Poco importa se di propria spontanea volontà, a causa di un assedio o per una minaccia di attacco. Di fatto tornano alle navi. Col bottino in spalla, chiaramente. Non avevano pensato che il governatore Aragall potesse tendere un’imboscata: egli aveva infatti portato le sue truppe presso la località de Su Paloni . L’attacco fu feroce. Con una stima poco probabile, i sardo- iberici dichiararono di aver perduto solo cinque uomini contro gli ottocento caduti borbonici 40 . Certo è che i Francesi dovettero abbandonare l’isola quanto prima. Oltre alle centinaia di militi, persero anche 36 prigionieri, due cannoni, otto vessilli, bagagli, armi e una parte del bottino. Oristano, invece, perse quasi tutte le sue ricchezze e subì ingenti danni alle sue strutture. L’Arcivescovo di Bordeaux, chiaramente, non poteva far passare la notizia di una sconfitta così bruciante. E, essendo ormai nota la sua iniziativa, fece un rapporto molto edulcorato al Cardinale Richelieu. E aggiunse, in chiusura, attribuendo la “ritirata” al solo Conte d’Harcourt: […] Le conseil de quitter la ville, de la piller, et de se rembarquer, a été résolu sans M. de Bordeaux. Il cardinale, ch’era dotato di notevole abilità politica, risponde, con un’epistola datata primo marzo 1637. [...] Le Roi laisse libre à M. d’Harcourt et à vous de vous gouvernaire en l’affaire que vous avez entreprise en Sardaigne ainsi que vous l’estimerez à propos, sans vous prescrire aucune chose; partant ce sera à vous à prendre vos mesures selon que la 146 40 J. A LEU , Historia chronologica , op. cit. , cap. VI.

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