in ecclesia Sancte Marie de Arestano

ausiliario, il clero, il colonnello Nieddu e i miliziani ripiegarono verso S. Giusta in attesa di rinforzi. Le monache di clausura furono condotte a Laconi. Fu saccheggio libero. I beni nascosti durante la fuga furono subito trovati. Anche l’argenteria della cattedrale, posta in un nascondiglio in una cappella della chiesa, in corrispondenza dell’episcopio, fu trovata subito e contribuì ad ingrossare le tasche transalpine 37 . Nulla di sacro fu risparmiato da quell’esercito. In una cappella della chiesa dei Padri Conventuali c’era un Santo Cristo molto venerato e molto miracoloso, visitato da pellegrini di tutte le parti del regno. Si dice che sia opera di San Luca Evangelista. Fu talmente temerario un soldato eretico che, salito su una scala, staccò sacrilegamente le cortine del retablo. Non se ne andò però senza il castigo meritato perché all’uscita dalle porte della chiesa con il bottino lo raggiunse un colpo d’archibugio d’incerta provenienza che lo lasciò morto al suolo. All’istante il corpo si gonfiò come una botte e divenne nero ed orribile come un demonio 38 . E ancora Mons. Vico, nella sua relazione ad limina del 1642 39 riporta: […] quia galli milites omnia bona mobilia istius ciitatis subtraxerunt et quod [....]st non sine magno meo memore omnes calices, cruces et alia vasa argentea, multaque ornamenta et paramenta dictae cathedralis ecclesiae ultra valorem sex mile ducatorum ita ut ecclesia spoliata remansit; ex calices quibus hodie utitur sunt ab aliis eclesiis acomodati, unde ratio ipsa postulat quod Episcopus Burdagalen qui similia a suis militibus perpetrari permissit ad integrum per vestras Eminentissimas dominationes restituere cogatur. Don Diego Masons, uno dei capitani dell’esercito sardo, aveva imparato il francese nei suoi trascorsi bellici nelle Fiandre. Entrato a Oristano camuffato da Francese vide gli occupanti ormai affamati organizzarsi per uscire e rapire delle donne che preparassero il pane. Fu allora che tornò alla base e organizzò degli agguati che si conclusero positivamente per i miliziani. 145 37 In uno slancio di fervore, quasi a parlare di una temibile maledizione, l’Aleo scrive: “Si seppe dopo da informazioni attendibili che tutti quelli che avevano partecipato al bottino erano morti di disgrazia”. 38 J. A LEU , Historia chronologica , op. cit. , cap. IV. 39 Documento illustrato da S. Fenu nel presente volume.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjA4MDQ=