in ecclesia Sancte Marie de Arestano

notevoli. E non mi viene difficile pensare che i grandi lavori di ristrutturazione e ampliamento svolti tra il 1622 e il 1627 12 con gran soddisfazione del Capitolo 13 possano aver avuto origine proprio da questo fatto. Anche il campanile dovette essere interessato, visto che padre Jorge Aleo, nel 1684 14 , lo descrive come integro: Fabrico tambien una Torre por las campanas, todo de cantos quadrados, tan alta fuere, y hermosa, que non la tiene mayor ninguna otra Cathedral del Regno. I lavori dovevano inaugurare un nuovo periodo di pace e prosperità, nel quale la cattedrale avrebbe dovuto godere di splendore, anche per il rinnovato entusiasmo degli artisti che la circondavano 15 . Periodo che, in effetti, ci fu, ma fu tutt’altro che duraturo. E vedremo in seguito perché. III. Lo sbarco di Cerone e i “vizi” della cappella Musicale: Se c’è una costante immutata attraverso i secoli è il tentativo da parte delle corti civiche o ecclesiastiche di acquisire cantori o strumentisti di pregio, veri e propri fuoriclasse delle arti sonore, per dar lustro alla propria cappella musicale dando origine ad un vero e proprio cantomercato. 137 12 Che portarono, tra le altre cose, alla creazione della Sacrestia dei Beneficiati, all’ampliamento del presbiterio e alla creazione del cosiddetto archivietto. 13 A. S ARI , Architettura rinascimentale ad Oristano e nel suo territorio , in: Chiesa, potere politico e cultura in Sardegna dall’età giudicale al Settecento: atti del II convegno internazionale di studi, Oristano, ISTAR, 2005, p.452; “[a Francesco Orrù e Melchiorre Uda, picapedrers ] qui han fet la obra del nou cor dos centes lliures de estrenes, ço és cent aquiscu, vist la bona obra y fabrica que han fet y la satisfatio que han dat ”. 14 J.A LEU , Sucessos , op. cit. , vol. II, p. 971. 15 Vista la scarsità di materiale del secolo XVII a noi pervenuto è facile cadere in errore: colgo l’occasione per segnalare che l’acquasantiera del 1633 presente nella cappella di S. Luigi Gonzaga non fa parte del corredo della Cattedrale. Era, invece, stata donata dal Canonico Mancosu Dessì alla Chiesa di S. Domenico. Ivi rimase fino agli inizi del XX secolo quando fu, poi, traslata nella Chiesa del S. Cuore, ove venne, in seguito, sostituita. Fu l’allora parroco della Cattedrale, mons. Giampiero Tuveri, sul finire degli anni ’90, a posizionarla nella sua sede attuale.

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