in ecclesia Sancte Marie de Arestano
        
 Gli stendardi francesi della cattedrale di Oristano Ovvero di chi, calcando il suolo arborense, portò gloria, notorietà o devastazione. Enrico Correggia Quando si pensa ad Oristano, spesso si ha nella mente quella ridente cittadina sonnacchiosa che siamo abituati a conoscere. Certo, ci si crogiola nel passato glorioso dei Giudicati. Forse qualcuno si spinge anche fino all’età Marchionale. Ma poi è deserto, oblio. Tutto tace. E non è difficile immaginare perché. In realtà il capoluogo è finito più volte tra le braccia della fama. Non sempre per merito suo, chiaramente. A volte è stata tirata per i capelli in eventi ben più grandi della sua portata. Ma altre volte è l’ingegno dei suoi figli ad averle dato notorietà; a volte la validità, o la scelleratezza, delle loro azioni. Vediamo, così, cosa accadde nella pacifica cattedrale di un posto tranquillo nell’età degli Imperi. I. La notorietà dell’Episcopato Arborense, nel bene e nel male, del secolo XVI: La riforma luterana si abbatté come una mannaia sull’Europa cattolica causando lotte, divisioni e guerre fratricide. Fino ad un punto di non ritorno, in cui Papa Paolo III decise di reagire. Batté un pugno sulla sua augusta scrivania e convocò il Concilio di Trento, capolavoro della Dottrina Cattolica dell’età moderna. In verità far partire il Concilio non fu cosa facile. Già nel 1543 arrivò all’Arcivescovo di Oristano una convocazione 1 che si risolse in un nulla di fatto: la data di apertura dei lavori venne rimandata. Finalmente, nel 1545, la cattedrale tridentina di S. Vigilio si riempì e le sessioni conciliari poterono cominciare. Alla morte di Paolo III, fu eletto Papa Giulio III, personaggio largamente noto negli ambienti del Concilio. Così, nel 1551, dopo uno stallo di qualche anno, i lavori vennero riaperti e le convocazioni riformulate. Così, il 26 novembre dello stesso anno 2 , Carlo de Alagòn, Arcivescovo arborense, si presenta al Concilio. E lo fa nel migliore dei 133 1 M. V IDILI , Cronotassi documentata degli Arcivescovi d’Arborea: dalla seconda metà del secolo XI al Concilio di Trento , Oristano, L’Arborense, 2010, p. 165. 2 Ibidem.
        
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