in ecclesia Sancte Marie de Arestano

Cathedral ” e che il 10 di marzo “muduse desta para major vida Vitoria Romana recibidos sacramentos, testamento no hizo, fue sepultada en la capilla de Sant Joseph desta Santa Seo” 26 . Il sacerdote, pur utilizzando formule molto ridotte, ci da in questi due casi i dati fondamentali sul defunto, nome e cognome, mestiere, avvenuta o meno redazione del testamento e luogo di sepoltura. Abbiamo dunque due personaggi sepolti in cappella, il primo Giovanni Carta dei Borghi in quanto carpintero (falegname), la seconda Vitoria Romana lì sepolta perché figlia di un pittore, un certo Francisco che per un certo periodo operò e risiedette a Oristano. In due apposite tabelle ho riportato l’elenco dei defunti sepolti all’interno della cappella dal 1654 al 1704 (tabb. 3-4) , la maggior parte di loro sono donne e bambini, figli e mogli di mastri falegnami. Grazie a questi documenti veniamo a sapere quali sono i nomi di questi artigiani e la loro qualifica: Geronimo Sanna, mastro Tomaso e Antioco Putzolu tutti chiamati fuster , Giovanni Carta, Geronimo Sanna, Giuseppe Sau, Francesco Mameli, Giovanni Maria Arca e Antioco Putzolu qualificati come carpintero ed infine il maestro Antonio Alexandru dorador (doratore) 27 . In cappella si inumò quasi ininterrottamente fino al seppellimento di un figlio di 7 anni del falegname Antioco Caria, avvenuto il 19 novembre del 1730; da quell’anno in poi la cattedrale subisce la ricostruzione, tanto che fino al 1760 non si registrano nuove sepolture. Da quel momento, terminata la cappella e collocato il nuovo retablo, si ricomincia a deporvi le spoglie con una certa continuità fino al 1835, 123 26 ASDOR, Quinque Libri , Oristano Cattedrale, libro dei defunti dal 1673 al 1703, f. 8. È mio dovere ringraziare il Cancelliere dell’Arcidiocesi di Oristano, Mons. Antonino Zedda, per la cordiale e puntuale collaborazione che ha reso possibile questo studio e la pubblicazione del citato documento. 27 Artista oristanese qualificato nei documenti come faber lignarum, dorador e pintor (falegname, doratore e pittore), era coniugato con una certa Gavina Marcelina. Tra i suoi lavori più importanti ricordiamo: nel 1708 dorò il retablo del Santo Cristo per la confraternita del SS. Rosario di San Vero Milis che per tale lavorò gli corrispose £. 75; sempre a San Vero Milis tra il 1709 e il 1711 restaura le statue di San Michele, dello Spirito Santo e di Sant’Antonio Abate, nel 1711 realizza un baldacchino per la confraternita del SS. Rosario e nel 1713 dora il retablo dello Spirito Santo; per i dati biografici vedi: R. C AU , Serie cronologica degli artisti operanti nell’antica arcidiocesi di Oristano tra il ‘500 e l’800 , inedito di prossima pubblicazione .

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