in ecclesia Sancte Marie de Arestano
peste 5 , l’inarrestabile morbo che fino al maggio del 1653 lascerà dietro di sé una lunga scia di vittime; un grafito scoperto nel 1928 nella chiesa di San Martino extramuros, così recitava : Passado esto año + de 1652 a primero de 7bre comencò la peste en los Burgos y en esta Ciudad y durò hasta el mes de mayo del año siguiente de 1653. Muriero(n) en la Ciudad octocientos personas y en los Burgos mil y octocientos Scorrendo le pagine del registro, si susseguono i nomi di centinaia di morti, così tanti che i sacerdoti spesso annotavano soltanto il nome, senza aggiungere nessun altro particolare. Tale situazione di disagio, indusse il clero a seppellire i cadaveri in quasi tutte le chiese cittadine (tabb. 1-2) , compresa la cattedrale, che accolse sepolture in tutte le sue cappelle 6 , nelle navate e nell ’altare maggiore 7 . In un momento di grande confusione e paura, i diritti di sepoltura vennero comunque rispettati, e mentre le spoglie dei poveri, spesso, venivano deposte in fosse comuni, alle persone abbienti era invece riservata una sepoltura adeguata al mestiere e al proprio status sociale. La maggior parte dei defunti vennero tumulati nel cimitero della cattedrale. Questo si estendeva dal duomo verso il carcere, inglobando la chiesa di San Giovanni Evangelista che per questo motivo veniva detta anche San Juan del cimiterio 8 . Per quanto riguarda la cappella di San Giuseppe presente in 116 5 F. M ANCONI , Castigo de Dios , Roma, 1994; V. P IRAS , Il Llibre de Concelleria sel 1652-1653: la peste a Oristano in: Bollettino dell’Archivio Storico del Comune di Oristano, Anno VI, n° 7, giugno 2012. 6 Nell’ordine vengono elencate le seguenti cappelle (tra parentesi viene indicato la prima attestazione documentaria di una sepoltura): della Madonna del Rosario (1652), dell’Annunziata (1652) e di San Giuseppe (1654), tutte dotate di un sepolcro sotterraneo; della Madonna del Rimedio (1652), di San Paolo (1655), dell’Angelo Custode (1655), del Santissimo Sacramento (1656), di Sant’Andrea (1665), di San Filippo Neri (1673) e quella di Sant’Archelao (1677). 7 L’altare maggiore era il luogo privilegiato per la sepoltura dei canonici e degli arcivescovi. Era dotato di una cripta. 8 Dalla seconda metà del ‘700 alla prima metà dell’800 tutti i carcerati vennero sepolti in questo cimitero.
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