Il Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista di Oristano. La sua storia e le sue carte

Il gremio dei contadini di San Giovanni Battista di Oristano | 73 tiglia corsa in occasione dei festeggiamenti del carnevale 18 . Come si può osservare, il documento risulta oltremodo prezioso in quanto il riferimento al mancato ade- guamento da parte del gremio alle osservazioni già fatte dal precedente arcivescovo in occasione della sua visita pastorale del 1807, ci consentono di affermare che non solo dal 1832 ma già dal 1807 la Sartiglia organizzata dal gremio dei contadini di San Giovanni Battista era legata ai festeggiamenti del carnevale. Tale testimonian- 18 Cfr. Archivio Storico Diocesano di Oristano, Visite Pastorali, cartella 4, fasc. 7/8. Si tratta della visita pastorale dell’arcivescovo mons. Giovanni Maria Bua datata 22 giugno 1832 e il riferimento compare nella relazione fatta in seguito alla visita presso la chiesa rurale di San Giovanni Battista, cap- pella del gremio dei contadini. Nella trascrizione di Sebastiano Fenu si legge: “ Noi Don Giovanni Maria Bua per la grazia di Dio e della S. Sede Arcivescovo d’Oristano (…) Avendo visitato il presente libro ed i due precedenti dell’amministrazione dei redditi spettanti alla chiesa rurale di San Gio. battista di questa città abbiamo rilevato con gran nostro dispiacere che i savissimi provvedimenti dati dal nostro predecessore monsignor Sisternes di felice ricordanza in occasione dell’ultima Visita Pastorale fatta nel 22 giugno 1807, sono stati per la maggior parte messi in non cale. E in primo luogo abbiamo trovato che veruno dell’ammi- nistratori dichiarati debitori con due decreti in questa visita nei due precedenti libri siasi curato estinguere il suo debito, o pagare a conto cos’alcuna eccetto Salvatore Eriu (…) ed il notaio Domenico Vincenzo Siga (…), come non abbiam trovato che siano stati i morosi compelliti cogli stili giuridici. Inoltre troviamo senza essere stato finora eseguito ciò che fu ordinato per gli anni 1795-96 e 96-97, dei quali mancavano affatto i conti; vale a dire che si verificasse chi fossero stati obrieri in detti anni e che si prendessero i conti a’ medesimi. (…) In vista di che vogliamo e ordiniamo che i detti due decreti s’intendano qui rinnovati, come se fossero inscritti de verbo ad verbum nella parte che contiene l’esame e la risulta dei conti di quelli amministratori (...) del che incarichiamo specialmente il molto reverendo canonico Delegato per questa chiesa il quale farà costringere in giudizio i debitori renitenti o i loro eredi, ove provveda poter essere ciò utile ed efficace (…). Per ciò che riguar- da le amministrazioni posteriori a quella visita troviamo che sebbene nel decreto copiato nel libro degli obrieri in progresso di detta visita fosse preferito che un solo sarebbe l’amministratore di tutti i redditi di questa chiesa, comprese anche le pensioni dei censi, ciò non ostante il gremio dei contadini, ai quali è raccomandata la stessa chiesa, si è fatto lecito di propria autorità, a quello che apparisce, stabilì un Procuratore particolare per l’esazione di dette pensioni negli anni 1817-18-19-20-21-22 il quale Procuratore non apparisce aver dati mai conti di siffatta Procurazione. (…) Sebbene fosse prescritto il modo particolare di eleggere il suddetto amministratore sotto il nome di clavario, mediante opportuna terna, ciò non ostante non si vede questo mai praticato eccetto alcuni anni immediatamente dopo la detta visita. Sebbene fosse preferito che non si bonificas- sero altro che scudi cinque, ossieno £. 12.10 per rinfresco agli impiegati del gremio per tutte le feste dell’anno come ivi si legge, con espressa proibizione eziandio di far la benché menoma spesa per la cosiddetta Sortiglia del carnevale, e per la corsa dei cavalli, ciò non ostante si sono talmente disprezzati codesti savissimi provvedi- menti, che crescendo ogni anno più le spese di rinfresco, si veggono portate da molti anni a questa parte fino a una centinaia di lire per anno, e qualche volta più, e da molti anni si sono spese e buonificate, come per dritto già stabilito, le lire trenta e più per il Carnovale del gremio, oltre la esorbitante spesa di altre lire trenta per cera e di altre lire trenta per palma da distribuirsi ogni anno, e di lire 12.10 e anche 15 annuali al suonatore di zampogne per suonare nelle poche feste che occorrono in questa chiesa. E così di varie altre provvidenze contenute nel presente decreto (…)”.

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